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Christillin: «Quando le sentenze italiane diventeranno definitive, la Uefa prenderà delle decisioni»

A Radio Anch’io: «I rapporti della Juve con la Uefa non sono eccellenti perché mantiene ancora viva la Superlega»

Christillin: «Quando le sentenze italiane diventeranno definitive, la Uefa prenderà delle decisioni»
Mg Genova 10/10/2018 - amichevole / Italia-Ucraina / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Evelina Christillin

Evelina Christillin, membro aggiuntivo della Uefa nel consiglio della Fifa, nonché personaggio molto vicino alla famiglia Agnelli e alla Juventus, è intervenuto questa mattina a Radio Anch’io su Rai Radio 1.

La Christillin ha commentato la situazione della Juventus che oggi dovrà affrontare una nuova sentenza sul caso plusvalenze. Il procuratore federale Chiné, questa mattina, ha chiesto 11 punti di penalità e otto mesi di inibizione per i dirigenti coinvolti.

«C’è questo concetto di afflittività che riguarda solo la giustizia sportiva e non quella ordinaria. Verosimilmente sarà una penalizzazione che dovrebbe sbarrare la strada verso la Champions League. Ora ricordiamoci che le coppe europee sono tre, ma certamente il valore in termini economici di andare in Champions o in un’altra coppa è significativo, sono quasi 5 volte tanto. Vedremo se saranno 10, 11 o 13 punti, per noi juventini è una bella botta. Nel momento in cui le sentenze italiane diventano definitive, poi verranno prese delle decisioni anche in sede Uefa. E poi c’è il secondo filone della manovra stipendi. Juve esclusa dalle coppe dalla Uefa? Scenario possibile. Non dimentichiamoci che con la Uefa i rapporti non sono eccellenti dopo la questione Superlega: la Juve rimane una delle tre squadre che ancora mantengono vivo il progetto. Passi di avvicinamento non se ne sono visti al momento».

Alla domanda relativa al ruolo di Allegri in questa stagione, Christillin ha detto:

«Sì, sono d’accordo con Allegri, la squadra e i dirigenti sono stati sull’ottovolante dal 28 novembre dell’anno scorso, tutto è precipitato a una velocità folle. Il merito ad Allegri sicuramente va dato per aver mantenuto un relativo equilibrio: è stato un allenatore ma anche uno psicologo. Tutti i poteri sono stati dati a lui, anche perché nella nuova governance non ci sono degli uomini di campo. Allegri ha fatto quello che poteva: quello che è mancato è il gioco, se n’è visto poco. Il futuro di Allegri? Parliamo di parecchi soldi, ha un contratto oneroso. Da quello che leggo non so se abbia gradito fino in fondo la questione sulla possibile scelta di Giuntoli».

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