“Ha programmato, organizzato, perseverato e ha vinto in modo sostenibile. Non è stato facile. Non è stato capito. Non è stato amato”.
Il Corriere della Sera scrive dello scudetto del Napoli in un pezzo a firma di Fabrizio Roncone. E’ uno scudetto economicamente sostenibile in un calcio feroce e sleale. E’ lo scudetto di De Laurentiis, cinico e spietato a volte, ma onesto e vincente.
“Perché almeno una cosa certa si può scrivere: dopo decenni, questo è il primo scudetto italiano economicamente sostenibile in un calcio sempre più feroce e sleale, che falsa bilanci e resta sull’orlo della bancarotta. Il presidente Aurelio De Laurentiis ha programmato, organizzato, perseverato. Lucido, talvolta cinico e spietato, ma onesto e vincente. Ha saputo costruire con lentezza in una città che vive di eccitazioni e frenesie: partendo dalla serie C, nel 2004, e arrivando ad allestire una squadra che, quest’anno, per lunghi tratti della stagione, è sembrata francamente perfetta. Non è stato facile. Non è stato capito. Non è stato amato”.
Roncone ricostruisce la contestazione estiva.
“A Castel Di Sangro, la scorsa estate, la Digos gli consigliò di non andare allo stadio per assistere all’amichevole. E
all’allenatore che aveva scelto per compiere l’impresa, Luciano Spalletti, era già stata rubata la Fiat Panda: «Te la
restituiamo, basta ca te ne vaje». Città irrequieta, diciamo così. Troppo abituata all’arte dell’arrangiarsi e del tutto e subito e poi si vede, per immaginare cosa potesse celare l’ultimo, clamoroso mercato”.
Via Insigne, Mertens, Koulibaly, Fabian Ruiz e Ghoulam. Dentro Kvaratskhelia, uno sconosciuto, Kim, anche lui preso in giro dagli striscioni, Ostigard, Ndombele, Raspadori, Simeone e Olivera.
“C’è — anche e soprattutto — la mano del direttore sportivo Cristiano Giuntoli. A Corrado Ferlaino, l’ultimo grande presidente, fu necessaria quella di Dio”.
Roncone parla anche di Napoli.
“Negli ultimi giorni è stato molto citato il New York Times. Che ha tirato fuori questa frase: «Napoli non è più una città con una squadra di calcio. È una squadra di calcio con annessa una città». Complicato stabilire, dentro un frullatore di emozioni così forti, quanto il concetto sia vero: certo sarà interessante capire se la città, guidata da un gentiluomo della politica come il sindaco Gaetano Manfredi (lasciate stare che è tifoso della Juve, non è sera), saprà farsi trascinare dall’esempio virtuoso e trionfale della società calcistica. Però davvero può essere un’occasione per cercare di andare oltre Gomorra, dopo aver già strappato le cartoline con la pizza e il mandolino. Ci sarà tempo”.
Ora è il tempo solo della festa.
“E tutti saltano, e si tengono per mano. Ed è vero che, certe volte, la felicità degli altri può essere la tua. È bellissimo stare qui, stanotte”.