A Tuttomercatoweb.com: «Ho giocato tre anni lì, sono felice per la piazza, la società e il presidente. È il bello del calcio, finalmente ha vinto il titolo».
L’ex Napoli, Blerim Dzemaili, ha rilasciato un’intervista a Tuttomercatoweb.com in cui parla anche dello scudetto della squadra di Luciano Spalletti. Dzemaili è stato nel Napoli dal 2011 al 2014. Gli è stato chiesto se ha seguito il campionato di Serie A. Risponde:
«Come faccio a non seguire la Serie A nell’anno in cui il Napoli vince lo scudetto? Ho giocato tre anni lì, sono davvero molto felice per la piazza, per la società e per il presidente. È il bello del calcio, finalmente il Napoli ha vinto il titolo. Non dobbiamo dimenticare che ha preso giocatori che non si conoscevano e poi sono stati fondamentali. Fin da inizio anno ha giocato un calcio spettacolare, ha un mister fantastico, secondo me uno dei migliori in Serie A. Ha meritato questo scudetto dopo aver perso tanti capitani: è stato come ricominciare da zero, ma farlo in questo modo non se lo aspettava nessuno. Quando non te lo aspetti, vincere è ancora più bello».
Dzemaili parla anche del derby di Champions tra Inter e Milan, in programma stasera.
«Non c’è una favorita. Entrambe hanno fatto una stagione incredibile in Champions, sono arrivate in semifinale dopo anni che in Italia non accadeva. È bello per il calcio italiano, per Milano. Io sono sempre stato simpatizzante del Milan, spero che vada in finale e vinca la coppa dopo tanti anni. Ma in ogni caso, per il calcio italiano è davvero interessante e bello tornare in finale di Champions League».
Sul Bologna, sua ex squadra:
«Sta facendo molto bene, con un allenatore giovane che sta andando davvero bene. Sono contento per la piazza, perché il presidente investe molto e fa il suo lavoro a modo. Stanno venendo fuori i frutti da questo lavoro, Bologna è una città bellissima, la gente tiene tanto al calcio e vuole vedere la squadra davanti, non lottare per la retrocessione».
Dzemaili commenta le sue esperienze all’estero, quella in Canada, al Montreal Impact e quella in Turchia, al Galatasaray.
«La Mls è un movimento che sta crescendo molto, ma ha un difetto che non lo porterà mai ai livelli del calcio europeo: non ha retrocessioni. Senza queste, le squadre giocano senza pressione. Ma il bello del calcio è anche sentire la pressione ogni domenica prima di entrare in campo, che ti spinge a fare una buona prestazione per la gente. Questo è un limite della Mls che non la porterà mai ai livelli europei. Anche il calcio svizzero sta crescendo, lo confronto spesso a quello americano. Sono due campionati molto simili, ma da noi c’è più scuola tattica, in questo siamo abbastanza simili all’Italia».