“La vittoria del Napoli è inappellabile. Ma è anche vero che quest’anno non hanno avuto grandi rivali in Italia”
Lo scudetto del Napoli a 5 giornate dalla fine “riflette una superiorità con diversi genitori. Ma la gestione di De Laurentiis è stata fondamentale. Consigliato dal suo direttore sportivo, Cristiano Giuntoli, è riuscito a cogliere il momento in cui doveva vendere alle stelle. Miti come Insigne, Mertens o Koulibaly se ne sono andati senza il benestare dei tifosi. E sono stati sostituiti, questa è stata la buona notizia, da prodigi totalmente sconosciuti come il nigeriano Victor Osimhen (dal Lille), lo straordinario esterno georgiano Khvicha Kvaratskhelia (acquistato dalla Dinamo Batumi), o il robusto difensore centrale coreano Kim Min-jae (dalla Fenerbahçe)”.
Anche El Paìs celebra il rinnovamento contro la piazza del Napoli scudettato. Ormai un concetto accreditato a livello internazionale.
Il giornale spagnolo racconta la festa, non tralasciando un po’ di cliché sulla scaramanzia dei napoletani e il tempo quasi mistico dell’attesa. Scrive che “la vittoria del Napoli è inappellabile. Ma è anche vero che quest’anno non hanno avuto grandi rivali in Italia. La Juve era completamente distrutta. Ancora di più, dopo la sanzione di 15 punti che gli ha inflitto la Federazione italiana per un presunto falso in bilancio (poi li ha recuperati). Ma anche il resto delle squadre non ha dato la sua versione migliore in questa stagione”.
Daniel Verdù scrive ancora che “Napoli a volte potrebbe essere un’altra provincia dell’Argentina, anche calcisticamente. Almeno da quando nel 1984 il Barcellona decise di vendere il club allora presieduto dall’ingegnere – e vecchia volpe – Corrado Ferlaino a un genio che non sapeva dominare”.