La figlia dell’ex presidente del Napoli a Repubblica: «Ce la mettevano tutta per spingersi oltre. Ho visto il lavoro dietro alla loro carriera».
La Repubblica intervista Francesca Ferlaino, figlia dell’ex presidente del Napoli Corrado. A 45 anni, insegna fisica quantistica all’università di Innsbruck da dieci. Guida uno dei laboratori più avanzati del mondo. Francesca Ferlaino racconta il suo rapporto con il Napoli da quando era bambina.
«Avevamo un rapporto intimo con la squadra. Ricordo le grandi tavolate, i lunghi ritiri e i viaggi per le trasferte».
Il calcio, racconta, per lei significava soprattutto questo: il viaggio.
«Era sinonimo di viaggi. Adoravo le trasferte e accompagnavo spesso mio padre. Lui si occupava della squadra e io avevo tempo per esplorare».
Alla Ferlaino viene chiesto com’erano i calciatori. Risponde:
«Ragazzi che avevano lasciato casa giovanissimi per coltivare la loro passione. Ce la mettevano tutta per spingersi oltre, andare più veloci, giocare meglio. Da loro ho imparato cosa vuol dire competere e non accontentarsi mai. Spesso dei calciatori abbiamo un’idea frivola, di ragazzi ricchi e viziati. Io ho visto il lavoro dietro alla loro carriera».
Quando le chiedono se ricorda qualcuno in particolare, la Ferlaino fa il nome di Maradona.
«Maradona, perché mio padre aveva un rapporto davvero speciale con lui. Andava spesso a trovarlo a casa. Aveva delle figlie più piccole di me e io venivo per giocare con loro. Carnevale poi era super simpatico. La squadra era un prolungamento della mia quotidianità. Ricordo l’entourage, i tecnici, i preparatori. Tavolate lunghissime, cibo squisito».
La passione per lo studio le è nata in famiglia, racconta («Mia madre aveva studiato filosofia», «A cena ci interrogavamo sugli episodi della storia o sul significato delle parole»), quella per la fisica ha seguito un percorso diverso.
«Avevo finito il liceo classico con un anno di anticipo per meriti scolastici. A 17 anni non sapevo da che parte andare. Volevo ricercare, ma cosa? I miei genitori mi fecero parlare con esperti di varie discipline e dopo il colloquio con il fisico sentii che l’interruttore era scattato. A casa fu uno shock. Lo annunciai dopo essermi iscritta e per mesi vidi mio padre con la faccia dubbiosa, preoccupata, come se il mio fosse un capriccio adolescenziale. Mi chiedeva: ma davvero pensi di capire quelle cose?»
La fisica ha qualcosa a che fare col calcio, spiega Francesca Ferlaino:
«In un insieme di atomi una piccola perturbazione può generare grandi cambiamenti. A volte accade anche in una squadra. Forse è il motivo per cui il calcio è imprevedibile».