Una stagione sulle montagne russe da cui, secondo i suoi parenti, esce provato. Il club lo ha lasciato sempre solo in prima linea a salvarsi la pelle
L’Equipe analizza la stagione del Psg, o meglio, quella di Christophe Galtier, che “ha misurato sulla sua pelle la follia permanente del club della capitale“. Una stagione movimentata, fatta di “risultati deludenti, polemiche e tensioni”.
“Se c’è un uomo che meglio di chiunque altro simboleggia questa stagione di montagne russe di Paris-Saint-Germain, è Christophe Galtier”.
Il suo arrivo in panchina avrebbe dovuto segnare un nuovo corso, invece Galtier
“è stato in grado di misurare sulla sua pelle la follia permanente del club della capitale”.
E ancora:
“il tecnico ha trascorso tutta la stagione bloccato in un divertente ascensore emotivo da cui esce provato, secondo i parenti”.
Gli inizi sembravano promettenti ma la luna di miele è durata pochi mesi. In poche settimane il Psg è stato eliminato dalla fase a eliminazione diretta della Coupe de France e dalla Champions League in un confronto in cui non ha mai veramente gareggiato e da lì la situazione è precipitata “rivelando i difetti temuti, i difetti noti di una forza lavoro squilibrata“.
Galtier è poi stato travolto dalle accuse di razzismo e dalla vendetta degli ultras contro la politica del club, che hanno messo nel mirino lui, Messi e Neymar. Ed è stato lasciato solo.
“Durante tutta la turbolenza, Galtier si è trovato costantemente solo in prima linea, raramente salvato anche da occasionali dichiarazioni dei suoi giocatori. Ha giocato il gioco collettivo senza aver sempre ricevuto il sostegno reciproco dai suoi superiori, scoprendo gli arcani di un club dove le lotte di potere finiscono, non appena l’atmosfera si fa tesa, in una lotta spietata per salvare la sua pelle. Intrappolato anche dalla sua sottomissione a Luis Campos, a cui deve la sua presenza in una posizione così prestigiosa”.
L’Equipe continua:
“Un allenatore “normale” in un club che non lo è, il nativo di Marsiglia conosceva i rischi“.
“La scorsa estate, per contrastare la reputazione di allenatore piuttosto difensivo, ha promesso ambizione e spettacolo. All’inizio ci sono stati, poi un po’ meno, poi più niente con un gioco sottomesso paragonabile alle ore più tristi dell’era Pochettino”.
La squadra non ha mai brillato, il Psg sta chiudendo una delle sue peggiori stagioni in termini di risultati.
“questo spiega senza dubbio perché Galtier abbia messo così tanta energia nelle ultime settimane per assicurarsi il titolo di campione di Francia. Un fallimento anche in quella competizione sarebbe stato devastante per lui. Questa 11a corona salva le apparenze e il riavvicinamento con gli ultras che dovrebbe consentire di celebrare questo risultato la sera del 3 giugno al Parc des Princes”.
E adesso? Cosa sarà del suo futuro?
“Il desiderio di cambiare allenatore è stato annunciato diverse settimane fa. Ciò che accadrà dipenderà solo dalla capacità dello stato maggiore di trovare il tecnico giusto. Altrimenti, sarà sempre il momento buono per ricordare che Galtier è stato incoronato campione alla sua prima stagione, cosa che non hanno fatto né Carlo Ancelotti, né Unai Emery né Mauricio Pochettino. Per ricordare le grandi promesse dell’estate del 2022”.