Il portoghese si è lasciato ingabbiare dall’Inter. Maignan, mentre il gioco era fermo, si è dovuto dare tutto il campo per andare a scuoterlo, invano
Se c’è un protagonista che è mancato, nel Milan, nella semifinale di Champions League contro l’Inter, è Rafael Leao. Su La Repubblica, ne scrive Emanuele Gamba. L’Inter ha saputo imbrigliarlo come si deve, con il collettivo.
“Il Milan ha due fuoriclasse, il portiere e l’attaccante, che in certe situazioni possono bastare per decidere una partita (e avrebbero potuto decidere anche una finale contro una squadra che, qualunque sarà, sarebbe stata più forte), ma alla fine hanno tradito entrambi, uno facendosi fare una rete che avrebbe dovuto parare e l’altro perdendosi in un reticolo tattico dal quale non è mai riuscito a liberarsi”.
L’Inter ha vinto “perché è più forte ma anche perché ha avuto un’idea che ne ha sottolineato la forza“, e quell’idea è stata di Inzaghi. Leao è stato annullato. E’ dovuto intervenire Maignan per dare una scossa al portoghese.
“A un certo punto, quando il gioco era fermo per la sostituzione di Thiaw (18’ st), Maignan s’è fatto tutto il campo per andare da un’area all’altra a scuotere il suo compagno, perché tutto quello che il Milan poteva sperare dipendeva da lui, al contrario dell’Inter che invece ha coltivato una speranza collettiva: persino il gol decisivo del capitano è stato un gol di tutti”.
“Dopo gli urlacci di Maignan, intanto, Leao s’è agitato un po’. Più che altro ha smesso di lasciarsi ingabbiare nelle ristrettezze della sua fascia, ma anche di là non s’è mosso come se fosse prigioniero: l’unico spunto gliel’ha stroncato Acerbi, che ha poi esultato come avesse segnato, a conferma che l’Inter sapeva che oltre allo spauracchio non avrebbe avuto altro da temere. Leao s’è preso un rimprovero anche da Messias, ma alla fine un po’ tutti i milanisti hanno finito per somigliargli e le cose sono andate secondo natura, con tutta l’Inter, incluso Inzaghi (e il suo vice Farris, il più scatenato) a cantare e ballare sotto la curva Nord, tutti insieme, senza distinzione di classe e categoria”.