L’udienza cominciata questa mattina era stata sospesa per la richiesta del fondo Lafico che il Gup ha deciso di ammettere
L’udienza di stamattina davanti al Gup per il caso Juventus si apre con la sospensione della seduta per permettere alle due difese di fare le proprie valutazioni. Come si apprende da Calcio e Finanza, durante la seconda sessione preliminare il fondo libico Lafico ha chiesto ha chiesto di essere ammesso tra le parti civili come azionista. A quel punto, è arrivata la sospensione, dove la difesa di Andrea Agnelli e la stessa Juventus sono state chiamate in causa per fare le proprie valutazioni.
Alle 14 circa l’udienza è ripresa regolarmente con la questione della competenza territoriale. Sky Sport scrive: “Gli avvocati della difesa chiedono che il procedimento sia spostato a Milano o Roma, sedi rispettivamente della Borsa e dei server della Borsa stessa. Un passaggio fondamentale. Il giudice può respingere o accogliere la richiesta della difesa o rinviare la decisione alla Cassazione, con un conseguente allungamento dei tempi”. Successivamente, il fondo Lafico è stato ammesso tra le parti civili, come da decisione del Gup Marco Picco.
Sky Sport aggiunge: “Le proposte di costituzione di parte civile contro la società Juventus, chiamata in causa in qualità di persone giuridica, sono però state respinte”.
A proposito del fondo libico Calcio e Finanza spiega
Il fondo era controllato dalla famiglia di Muammar Gheddafi prima della sua caduta, e nel corso degli anni ha acquisito quote di minoranza di diverse società. Al 31 dicembre 2012 – ultimo dato disponibile dai documenti ufficiali della Libyan Investment Authority – Lafico gestiva business asset per oltre 3 miliardi di dollari e asset real estate per oltre 1,3 miliardi di dollari.
Proprio nel 2012 Lafico si era visto bloccare tutte le sue proprietà in Italia, dopo che la Guardia di Finanza aveva sequestrato il patrimonio di oltre 1,1 miliardi di euro attribuito ad alcuni membri della famiglia Gheddafi su richiesta del tribunale internazionale dell’Aja. Solo nel 2019 il Comitato di Sicurezza Finanziaria del Tesoro ha sbloccato gli asset immobiliari in Italia di Lafico, rientrato così nel pieno possesso dei suoi beni immobiliari dopo sette anni.
Sempre in quegli anni fondo libico deteneva in Italia alcune piccole partecipazioni in Fiat, Cnh Industrial e anche nella Juventus (arrivata addirittura al 7,5% nel 2013). Secondo quanto appreso da Calcio e Finanza, Lafico è tutt’ora azionista seppur con quote non rilevanti e comunicate, avendo notevolmente ridotto il proprio peso a livello di partecipazione all’interno del club bianconero.
L’udienza preliminare è terminata alle 16 circa. Il Gup dovrebbe rendere nota alle 17.00 la sua decisione in merito alla competenza territoriale, decidendo se il processo andrà o meno spostato a Milano o a Roma. Il fondo libico Lafico chiede 2 milioni di euro nella richiesta di costituzione di parte civile; la sua partecipazione della società bianconera (che in passato raggiunse il 7,5%) oggi sarebbe dello 0,7%. Il fondo si è trovato impossibilitato nell’intervento nelle operazioni della Juventus per “congelamento” degli asset imposto dall’UE nel 2012.
Il 22 maggio ci sarà il nuovo dibattimento in merito alla questione plusvalenze alla Corte d’Appello Figc per il coinvolgimento della Juventus. A quel punto arriverà una nuova sentenza e la nuova classifica della Serie A.