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La figlia di Boncompagni: «Papà vedeva Ambra come una Barbie, il suo giocattolino telecomandato»

La figlia Barbara al CorSera: «Quando, vessata dalla stampa, Ambra piangeva in camerino, papà ripeteva: Ambra piange, Ambra piange» 

La figlia di Boncompagni: «Papà vedeva Ambra come una Barbie, il suo giocattolino telecomandato»

Il Corriere della Sera intervista Barbara Boncompagni, la figlia minore di Gianni, autore storico di programmi come “Bandiera Gialla”, “Alto Gradimento”, “Non è la Rai” e tante altre. E’ scomparso sei anni fa. La Boncompagni racconta le innumerevoli fidanzate del padre.

«Su questo, era un po’ vanitoso. Ha avuto storie con Isabella Ferrari, Claudia Gerini e altre giovanissime. Ma dopo, quando queste ex dovevano prendere decisioni importanti, tipo comprare casa, chiamavano lui: diventava come un padre per loro. Era paterno anche con quelle con cui ha solo lavorato. Negli anni, tante mi hanno raccontato che lui raccomandava sempre di studiare. A noi figlie, invece, ha detto sempre il contrario: io volevo fare l’università a Parigi e lui: ma no, vieni con me, facciamo un programma».

Quando si separò dalla moglie, Boncompagni si fece prestare i soldi da Mario Marenco per la causa di affidamento delle figlie in tribunale.

«Quando si è separato, io e le mie sorelle siamo rimaste con lui. Avevamo da tre a sei anni. Papà era stato un giovane beat ed era un trentenne che iniziava una carriera importante, ma ci ha tirato su con concentrazione. Avrebbe potuto metterci in collegio o mandarci dai nonni, invece, fece di tutto per tenerci: si fece prestare i soldi da Mario Marenco per dimostrare al tribunale che poteva mantenerci. Dopo, è stato un padre ansioso. La sua frase era: attenta, se inciampi, cadi, sbatti la testa e muori».

La prima fidanzata di Boncompagni fu Raffaella Carrà.

«La prima è stata Raffaella Carrà, io avevo cinque anni, sono stati insieme forse una dozzina d’anni. Si erano conosciuti per un’intervista, all’alba, in una Piazza di Spagna deserta, magica. Lei 25 anni, lui già tre figlie. Si sono innamorati artisticamente. Lei ha preso casa accanto a noi. Noi bimbe stavamo con la governante, loro facevano avanti e indietro tra i due appartamenti. Immagino questa donna così ordinata, precisa, razionale, alla prese col nostro caos. Io e lei ci siamo trovate subito bene, ero la piccolina, mi chiamava “la mia bambina”, mi diceva: non mi dire così che mi fai piangere».

La figlia di Boncompagni ha fatto la doppiatrice a Non è la Rai. Parla anche di Ambra Angiolini. Le chiedono: alla fine, Ambra Angiolini ripeteva le parole di suo padre nell’auricolare? Lei racconta:

«Chiaro: aveva 15 anni. Ma era intelligentissima, si è visto poi dalle svolte di carriera che ha avuto. Mi ricordo quando, vessata dalla stampa, piangeva in camerino. Papà continuava a ripetere: Ambra piange, Ambra piange. Come se fosse una Barbie o il suo giocattolino telecomandato… E io: Ambra piange, sì, perché è un essere umano».

 

 

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