A scudetto vinto sarà bene riparlarne: qual è il Napoli del nuovo progetto? La macchina infernale dell’inizio o l’utilitaria cigolante di aprile?
Antonio Corbo su Repubblica scrive dell’aprile nero del Napoli. E fa un parallelo con la crisi che lo scorso anno costò lo scudetto. Nella sua analisi mancano le due vittorie a Lecce e a Torino contro la Juventus.
Comincia un inspiegato aprile nero. Tornano i giocatori dalle nazionali ed il Napoli non è più lo stesso di prima. Perde a Fuorigrotta in campionato con il Milan (0-4) per non rialzarsi più nelle gare interne. Magro 0-0 con il Verona, pari con il Milan (1-1 e addio Champions) fino al pareggio delle beffe ieri con la feroce Salernitana, sconcerto e festa rinviata. C’è una costante nelle gare di aprile: il Napoli chiude il primo tempo con 60 e anche 80 per cento di possesso palla, ma in 4 gare prende 5 gol per segnarne appena due. Il gioco è voluminoso, la squadra è sempre nella metà campo avversaria, il Napoli subisce tutti i gol in contropiede, le sfide con il Milan si ricordano come incubi.
Spalletti è il celebrato protagonista di questa stagione, i suoi meriti sono pari allo stupore dei risultati, ma sarà interessante chiarire che cosa è successo da fine marzo a ieri. Si rileva uno spiacevole precedente, l’anno scorso il Napoli si fermò proprio in aprile, dal 10 al 14 un solo punto su 9, pari con la Roma, sconfitta con Fiorentina e disastro ad Empoli.
Quando lo scudetto sarà vinto, vale la pena che se ne riparli. Qual è il Napoli del nuovo progetto? L’infernale macchina
da gol con ripartenze folgoranti dell’inizio o la cigolante utilitaria di aprile?