Una lettera al quotidiano: “Il Regno delle due Sicilie presentato come un paradiso terrestre. Offesi tutti i meridionali che si sacrificarono per l’unità d’Italia”
All’Eco di Bergamo è arrivata una lettera al direttore Alberto Ceresoli sullo scudetto rovesciato esposto al Maradona in occasione della partita Napoli-Fiorentina. Sulla questione ne aveva già scritto Raniero Virgilio proprio sul Napolista.
La lettera a firma Carlo Saffioti al direttore del quotidiano:
“Egregio direttore, giustamente l’Atalanta è stata punita per gli ingiuriosi cori contro un giocatore juventino. Si è discusso se ispirati da maleducazione o da razzismo. Sono comunque inaccettabili ed è meritata la punizione inflitta alla nostra squadra, tra tanti clamori, tante dichiarazioni sdegnate, tante dure condanne. Forse pure troppe. Silenzio assoluto invece sugli strigli anti italiani esposti allo stadio Maradona e sul gigantesco scudetto tricolore presentato ingiustamente alla rovescia come un essere umano appeso per i piedi, accompagnato dalla scritta «campioni in Italia» per sottolineare la propria estraneità rispetto allo Stato italiano. Scudetto e striscioni sono offensivi per tutta la comunità italiana, ma non hanno suscitato alcune protesta né alcuna sanzione. Non ritengo sia opportuno far finta di niente! Si sta diffondendo nel nostro sud un violento revisionismo neoborbonico che si basa una quantità impressionante di falsi, falsificazioni, invenzioni, bugie sul Risorgimento, sui suoi protagonisti: è continuamente infangando il processo che porta all’unità d’Italia“.
E ancora:
“Il Regno delle due Sicilie è presentato come un paradiso terrestre, la terza potenza del mondo, dove tutti vivevano felici e contenti. Poi arrivarono i barbari piemontesi che con l’aiuto di una ladro di cavalli e di mille mercenari avanzi di galera invasero e depredarono il felice e prospero regno borbonico. E tutti i problemi attuali del sud vengono fatti derivare da quelle depredazioni e quei massacri (inventati!). Non c’è niente, proprio niente di vero, non ci sono documentazioni, niente eppure nel diffuso deserto culturale sul Risorgimento queste menzogne storiche si diffondono e così arriviamo agli striscioni e alle bandiere borboniche sventolare per lo scudetto. Si offendono così tutti quei meridionali che si sacrificarono per l’unità d’Italia, che morirono per il tricolore, che tennero sempre vivo l’amore di patria. Mi piace ricordare, tra i protagonisti del Risorgimento, Silvio Spaventa cui è stato dedicato un interessante convegno nei giorni scorsi alla May. Non credo che sia giusto far finta di niente, che la Federazione non prenda alcun provvedimento nei confronti di comportamenti gravi almeno quanto i cori della scorsa partita dell’Atalanta e che questi neoborbonici possano impunemente continuare a diffondere falsità, a seminare odio, a insultare gli italiani”.