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Milan, la Procura Figc indaga sul faccia a faccia con gli ultras

La Procura vuole capire se l’arringa tenuta dal capo ultras sia stata una minaccia o un semplice incitamento in vista del ritorno della semifinale di Champions

Milan, la Procura Figc indaga sul faccia a faccia con gli ultras

Secondo quanto riporta l’Ansa, la Procura della Federcalcio vuole vederci chiaro sul faccia a faccia tra i giocatori del Milan e gli ultras rossoneri andato in scena ieri, dopo Spezia-Milan 2-0. La Procura vuole capire a fondo se il discorso del capo ultras alla squadra e a Pioli sia stato una minaccia o, come ha spiegato il tecnico rossonero al termine dell’incontro, soltanto un incitamento in vista del ritorno della semifinale di Champions League contro l’Inter.

La Gazzetta, che riporta la notizia dell’Ansa, scrive:

“Il faccia a faccia dei calciatori del Milan e dell’allenatore Pioli con i tifosi rossoneri dopo la sconfitta di ieri contro lo Spezia è – apprende l’Ansa – al vaglio della Procura della Federcalcio. Occorre verificare, pare, se l’arringa tenuta da un capo ultras della Curva Sud sia stata in realtà una minaccia o un semplice incitamento in vista del ritorno della semifinale di Champions. Il Codice di Giustizia Sportiva della Figc, infatti, contiene una norma che vieta le così dette “gogne pubbliche” a cui i calciatori si sottopongono per compiacere le frange più estreme delle varie tifoserie”.

Il faccia a faccia è avvenuto subito dopo la fine della partita quando i giocatori, accompagnati dall’allenatore Pioli, sono andati a parlare con i tifosi della Sud che erano presenti a La Spezia. A parlare è stato solo un capo tifoso: giocatori e allenatori sono rimasti in silenzio ad ascoltare. Poi, Pioli ha dichiarato alla stampa:

«Siamo andati a salutarli come facciamo sempre. La mia presenza? Come si prendono gli applausi è normale essere presenti anche in altre situazioni. Non sapevo quello che avrebbero detto i tifosi. Ci hanno solo stimolato, spronato a dare il massimo».  

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