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Milan, Maldini a rischio: Cardinale non ha gradito le sue parole né il mercato fallimentare (Gazzetta)

La diversità di vedute con la proprietà americana, emersa dalle ultime dichiarazioni del direttore tecnico, è insanabile. Senza Champions sarebbe il primo a cadere

Milan, Maldini a rischio: Cardinale non ha gradito le sue parole né il mercato fallimentare (Gazzetta)
As Roma 27/10/2019 - campionato di calcio serie A / Roma-Milan / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Paolo Maldini

La Gazzetta dello Sport dedica un pezzo a Paolo Maldini ed ai suoi rapporti con la proprietà del Milan. Più volte, nelle parole del direttore tecnico, soprattutto nelle ultime uscite pubbliche, si è notato un contrasto con la visione della proprietà americana. Una differenza di vedute progettuali che inevitabilmente allontana le parti. Tra l’altro, su Maldini pesano anche le scelte di mercato fatte l’estate scorsa. Se il Milan non dovesse centrare la qualificazione Champions per la prossima stagione, il primo a rischiare sarebbe proprio Maldini.

Maldini ha rilasciato alcune dichiarazioni importanti prima del derby di Champions contro l’Inter, sia all’andata che al ritorno. E la proprietà non ha esattamente gradito. La Gazzetta scrive:

“Paolo è anche uno che – lato del carattere condiviso perfettamente con Cardinale – alle parole preferisce i fatti. Quando però quelle parole arrivano, spesso lasciano il segno. Maldini non si è mai tirato indietro nel raccontare le sue verità e la sua visione. L’ha fatto per esempio prima del derby di andata e dopo quello di ritorno e, insomma, è facile pensare che la proprietà non sia stata entusiasta di alcuni passaggi”.

Nel prepartita di Milan-Inter, semifinale di andata di Champions League, Maldini aveva dichiarato:

«Bisogna cogliere il momento, se lasciassimo scappare il momento e non provassimo a raggiungere il gradino più alto rischieremmo di fare due passi indietro. Credo che non siamo ancora pronti per rimanere a questo livello, non siamo ancora alla pari dei migliori club. Dobbiamo fare investimenti ora, per raggiungere quel livello».

Ieri, dopo Inter-Milan, ha ribadito il concetto:

«Essere tornati a questo livello deve essere sfruttato, investendo per rimanere fra le prime quattro e fare bene in Italia. Non siamo ancora strutturati per competere su due fronti, lo abbiamo detto alla stampa e ai nostri proprietari, lo sanno benissimo…».

La Gazzetta continua:
“La visione di Maldini, ovviamente legittima, stride con quella aziendale. Elliott o RedBird in questo senso non fanno differenza perché le modalità di conduzione e progettazione sono le stesse. Paolo già in passato aveva puntato l’attenzione sulla necessità di investimento ed è facile immaginare che in questo senso non si ritenga soddisfatto”.
Maldini vorrebbe giocatori più pronti, che sono anche quelli più cari. Il Milan, invece, vuole tenere basse le spese. La differenza di vedute non è superabile. La rosea continua:

“Ma la differenza di vedute – che a seconda dei contesti e dei periodi storici è stata leggera e compensata dai risultati sportivi, oppure una frattura interna vera e propria – pare destinata a rimanere proprio perché le due posizioni magari possono essere limate, ma restano comunque difficilmente conciliabili. E allora, dopo le ultime parole del d.t., non è sorprendente immaginare che ai piani alti del Diavolo si rifletta su come il club negli ultimi due anni abbia investito in tripla cifra sul mercato, al netto di cessioni che però sono state molto esigue (a differenza delle altre big, che hanno guadagnato svariate decine di milioni grazie a chi ha salutato). Allo stesso modo viene sottolineato come, contestualmente al budget per rinforzare la squadra, la proprietà sia riuscita a proseguire nel virtuoso cammino finanziario, che ha di fatto abbattuto un rosso di bilancio arrivato a quasi 200 milioni nel 2019-20”.

Cardinale è rimasto sorpreso anche dal passaggio che Maldini ha riservato a Dybala. Ieri ha dichiarato:

«Sarebbe stato molto più semplice e molto meno oneroso per noi andare su un giocatore come Dybala all’inizio dell’anno. Ma sarebbe stato un acquisto giusto per il nostro progetto? Sarebbe stato giusto e condiviso dalla proprietà? No».

La Gazzetta:

“Anche il passaggio su Dybala pare abbia stupito alquanto la proprietà, che non risulta abbia posto all’epoca veti sull’argentino, lasciando libertà di manovra all’area sportiva. E qui si entra in un altro punto caldo, ovvero l’autonomia nelle scelte di Maldini e Massara in sede di mercato. Superfluo dire che agli occhi di RedBird i conti meritino riflessioni: la cinquantina di milioni impiegati la scorsa estate ha dato riscontri quasi nulli, cosa che ovviamente non può essere passata inosservata. Ecco perché la situazione è calda, e fluida. In parole povere: con un Milan fuori dalla Champions 2023-24, il primo a essere messo in discussione sarebbe proprio Maldini”.

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