Kvara fa un numero esagerato di “malatie”, occhio a Gollini, Osimhen è un campione sul serio, Di Lorenzo è ovunque
Le pagelle di Napoli-Fiorentina 1-0 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.
GOLLINI. Com’è giusto che sia, Ilaria, agli occhi degli dei e di noi comuni mortali e tifosi, Lucio in the sky distribuisce democraticamente gioia e felicità e dà spazio ai diversamente titolari della panca, a partire da Gollini, l’ultimo arrivato a Napoli. Ornato di rosso come se fosse la domenica delle Palme (e che Palme!), Gollini rende innocuo Jovic ed è sicuro coi piedoni, quando si tratta di edificare dal fatidico basso. E ci sta pure, in quest’altra memorabile giornata di festa, che Nico Gonzalez grazi lui e noi all’80’ – 7
Ha sperato di giocare per mesi e, alla fine, è toccato anche a lui. Concentrazione totale e grande sicurezza nelle uscite, sicuro anche nel far girare palla in fase di costruzione, come dici tu. Ma io Gollini l’ho osservato tutto il campionato: nonostante sia arrivato quest’anno, è stato sempre il primo ad andare a esultare con i compagni che, a turno, facevano gol, a motivarli, a dirgli qualcosa all’orecchio. Questo ragazzo mi piace moltissimo – 7
DI LORENZO. Nel primo tempo, la squadra gigliata – incredibile dictu – controlla il territorio e lì a destra Terzic si comporta da padrone. Indi la natura riprende o quasi il suo corso e il Napoli si sceta: a quel punto l’Euroappuntato difende e attacca al solito – 6,5
È letteralmente ovunque, come se potesse sdoppiarsi, triplicarsi, rendersi anche quadruplo, se occorre. Ha il senso della responsabilità e del dovere al posto del sangue, è fatto di una sostanza rara da trovare. Ha una parte imprescindibile in questo scudetto e nell’anima del Napoli di Spalletti – 7
OSTIGARD. Conforta sempre, Ilaria, rivedere il Norvegese volante in campo. Di testa è fenomenale ed è bravo anche negli anticipi, un po’ meno nei lanci. Certo, quella scivolata al 17’ scatena brividi imprevisti ma nel complesso la sua partita è più che positiva. Anche Ostigard ha stazionato a lungo in panca e il voto è generale, tenendo conto di tutte le volte che ha giocato – 7
Fa temere il peggio sull’errore iniziale, ma poi Jovic non gli scappa quasi mai e cresce esponenzialmente nel corso della partita. Anche lui molto bravo in costruzione e concordo con te sulla bravura di testa, cosa che Spalletti gli ha sempre riconosciuto – 6,5
KIM. Il Monaco Guerriero è tra i più esuberanti a fine partita: salta in continuazione (abitudine vincente e consolidata) e grida: “Campioni”. In mezzo al campo deve badare soprattutto al citato Jovic – 7
In un Maradona che è una bolgia, con lo scudetto ormai in tasca, non perde nemmeno per un secondo la concentrazione. Anche quando commette qualche piccolo errore è sempre pronto a rimediare e col fisico riesce ad arrivare a meta. E poi, Fabrizio, questo ragazzo venuto da un altro mondo è di una simpatia incredibile: l’urlo “campione” è da incorniciare – 7
OLIVERA. Senza dubbio tra i migliori, l’uruguagio. Copre e riparte, offende e arretra, sin pausa. Peccato, però, per quell’assist al 61’ un po’ troppo violento per Victor Victoria, pronto per la marcatura – 7
Ha un cliente per niente facile, Gonzalez, che però riesce a limitare. Copre e allo stesso tempo spinge in avanti e rischia anche di servire benissimo Osimhen – 7
ANGUISSA. La forza vitale dell’ovunquismo di Zambo risiede anche e soprattutto nel suo fisico bestiale. E così pure quando non si vede, Anguissa argina e stronca – 6,5
La concretezza sotto porta non è esattamente la sua specialità ma in mezzo al campo è concreto e fisico come pochi e nei duelli raramente soccombe – 6,5
DEMME. Lo sappiamo, Ilaria, la sua pedata non regge il calcio danzato e geometrico allo stesso tempo del Caro Lobo, ma il calabro-teutonico Diego il suo l’ha sempre fatto, con prudenza orizzontale e talvolta anche verticale, come oggi. La differenza ovviamente si è vista. Il voto è ai suoi anni a Napoli, ammesso che vada via – 7
Staziona in panchina da così tanto tempo che non gli si può fare certo una colpa per il ritmo un po’ basso e per qualche disattenzione. Non è Lobotka e non lo sarà mai ma vogliamo elogiare il suo comportamento durante tutto l’anno? Mai un lamento, nonostante lo scarsissimo minutaggio, non è da tutti – 6
LOBOTKA dal 45’ (primo tempo). Un minuto in campo e provoca il primo penalty, scippando una pelota nell’area viola. Oggi Robotka è come un dj, dai lenti si passa ai balli veloci in un amen. Epperò, nella terra di mezzo, commette due errori che rischiavano di essere fatali – 7
Entra e come al solito illumina il campo e il Maradona tutto come un fuoco d’artificio dai mille colori. I compagni lo vedono e si svegliano all’improvviso dal sonno, la partita cambia totalmente e la palla gira in tutto un altro modo. certo, si prende anche un bel rischio quando apre le porte a Kouamé – 6,5
RASPADORI. Il pallone lo vede appena e c’è pochissimo da raccontare. Anche per lui il voto comprende la sua magnifica stagione da diversamente titolare, decisivo in campionato e in Champions – 9
I compagni non riescono a trovarlo quasi mai e così il suo effetto in campo, purtroppo, svanisce. Che bello il modo in cui riesce a girarsi alla mezz’ora di gioco, avrebbe meritato di più. Sulla stagione concordo con te – 6
ZIELINSKI dal 45’. Entra con spirito indomito e frenetico, ma lì davanti sovente smarrisce la retta via – 6
Tutto giusto, Fabrizio, però è innegabile che quando entra lui la qualità del Napoli aumenta – 6
LOZANO. Risucchiato dalle sabbie mobili del primo tempo, il Bambolo Assassino si fa male proprio al 45’ – 6
Ci prova finché resta in campo, poi deve arrendersi all’ennesimo infortunio. Mi dispiace molto per questo ragazzo. Bella l’immagine dei compagni che lo portano in spalla nella festa sul campo e lo sforzo immane con cui fa il giro di campo appoggiandosi sulle stampelle – 6
KVARATSKHELIA dal 45’. Il Che Kvara, Ilaria, fa un numero esagerato di “malatie” di indicibile incanto, compresa quella da cui origina il secondo rigore. Viva Kvara, viva la Georgia, viva l’Italia – 8
Entra e sciorina calcio, classe e malatìe procurandosi anche il secondo rigore. Nettamente uno dei migliori – 8
OSIMHEN. Ha la maschera scudettata e la direttiva generale è quella di mandarlo in rete per mantenere la testa della classifica cannonieri. Solo che per fargli segnare un gol ci vogliono due rigori, il primo sbagliato. L’ultimo tirato, e sempre sbagliato, risale al settembre scorso, all’esordio in Champions contro il Liverpool. Peccati veniali di fronte a tutto quello ha fatto sinora: Victor Victoria è un campione sul serio – 8
La potenza di questo Napoli, la copertina scudetto, l’anima della squadra e della festa. Osimhen, fortissimamente Osimhen, scrive il direttore ed ha ragione. Vederlo in campo ti fa venire voglia di spaccare il mondo e chissenefrega del rigore sbagliato – 9
SIMEONE dal 77’. Il Cholito in campo, il Cholo in tribuna: un altro tassello di gioia in questo mosaico interminabile di emozioni. Come per tutti gli altri diversamente titolari il voto è alla sua stagione, intessuta da gol che sono pietre miliari del campionato del Napoli – 9
Avrebbe forse meritato qualche minuto in più col suo capello scudettato, vista la presenza del padre sugli spalti. E di sicuro avrebbe meritato il gol. Ma come si fa a non volere che Osimhen diventi capocannoniere della Serie A? – 6
ELMAS. La partita del Macedone del Nord è in quella chiusura in scivolata all’8’ – 6
È il jolly di Spalletti, che non a caso lo abbraccia e lo bacia durante il giro di campo per la festa scudetto. Recupera tante palle, lavora per il gruppo. Anche lui una scoperta bellissima – 6,5
ZERBIN dall’83’. Ha fatto le sue apparizioni e va bene così. Incarna la nouvelle vague azzurra che farà parlare di sé, almeno così ci auguriamo – 7
Senza voto
SPALLETTI. Avrà pure il carattere difficile, se non impossibile, come quello del presidente. Ma lo Sciamano in panca non fa altro che spargere amore, solo amore. “Vi voglio bene assaje”, questo il suo grido, stasera, dal palco del Maradona. Vederlo al centro della festa fa commuovere. L’ultimo evento del genere, per lui, fu l’opposto: la presenza in una sera di maggio del 2017 all’addio di Francesco Totti, all’Olimpico. Spero che con De Laurentiis non finisca altrettanto male. Avanti tuta (con una sola “t”) – 8
Il Dio del Napoli, colui che ha forgiato bellezza, giocatori e uno scudetto che non dimenticheremo mai. Capirei se dopo una stagione così indimenticabile e probabilmente irripetibile decidesse di andare e, soprattutto, di smettere di voler sopportare De Laurentiis. Qualsiasi cosa decida non intaccherà il fatto che resterà per sempre nella storia di questo Napoli, com’è giusto che sia da qui all’eternità – 8
ARBITRO MARCHETTI. Rigori ineccepibili e dati in diretta, con grande sicurezza – 7