Invece che sommare ermetismo a ermetismo, non sarebbe meglio un vaffanculo urlato ai quattro venti, piuttosto?
Le pagelle di Napoli-Inter 3-1 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.
MERET. Non è la prima volta che accade, povero Meret: ottanta e passa minuti di dolce far niente e poi, zacchete, il golletto di Lukaku favorito da Giovannino Gesù. Ma il risultato lo riduce a un dettaglio, a un residuo non paretiano – 6
E che sicurezza, che ha acquisito, Fabrizio! Hai visto come invita i compagni a stare sereni, a salire, e tiene palla anche quando gli si fa sotto – raramente – qualche interista? – 6
DI LORENZO. Dell’Euroappuntato odierno, Ilaria, andrebbero dette tante cose belle ma indugio sul frame orgasmico del gol, traslato ad horas dalla cronaca alla leggenda. Il passaggio di Zambo, quella zolla fuori area e poi il sinistro aperto all’incrocio o quasi dei pali. Il sigillo del Capitano all’unica vittoria che mancava e poi ancora quella pazza corsa per abbracciare papà Luciano. Ecco, Spalletti. Appunto. La felicità anche come resa dei conti finale tra lui e il padre padrone che si realizza solo quando sfancula le persone. Quale teatro migliore di Napoli per questa scena scespiriana di virile esasperazione, tra irriducibili maschi alfa, per niente indulgenti? – 8
Un gol straordinario, degno suggello ad una stagione altrettanto straordinaria. L’abbraccio con Spalletti è l’immagine della riconoscenza di questo tesoro di capitano che ci siamo goduti per un anno intero. Un ragazzo unico, come unico è stato questo Napoli – 10
RRAHMANI. Tra lui e il Monaco Guerriero non c’è trippa per Lukaku e per quella pippa di Correa. E poi Amir vanta una cabeza salvifica verso la fine – 7
Concentrato e attento. Sul Correa pippa mi hai strappato una risata – 6,5
KIM. The Wall. Basta così. Per l’addio troveremo le parole, Ilaria – 8
Senza Kim lo scudetto probabilmente non lo avremmo vinto, anche questo è da ricordare per tutti gli anni che verranno – 8
JUAN JESUS dal 73’. Dispiace dirlo perché Giovannino Gesù è ragazzo virtuoso e perbene, ma i suoi cimenti con Salernitana, Monza e oggi con l’Inter rasentano il disastro. Ha sulla coscienza il golletto citato sopra – 4,5
Io amo Juan alla follia, ma di fronte a Lukaku si è totalmente addormentato e non si può non annotarlo – 4,5
OLIVERA. Pendolare stacanovista della sinistra, senza acuti ma con tanta corsa e fatica e palleggio. Una squadra si regge anche sugli Olivera – 6,5
Controlla bene in difesa e poi si propone pure davanti, giocatore prezioso – 6,5
ANQUISSA. Zambo e il suo ovunquismo traslocano nell’area avversaria stabilmente. Non a caso le prime due occasioni del Napoli sono due suoi tiri. Batti e ribatti alla fine azzecca un gran gol con due tocchi, uno spalle alle porte l’altro per tirare. Indi serve la pelota per la sublime parabola del Capitano – 8
Se non avesse segnato quel gol favoloso, in pagella gli avrei messo 4: se ne era divorato uno gigantesco pochi secondi prima. Si è rifatto con gli interessi, con la rete e l’assist a Di Lorenzo – 9
LOBOTKA. Il possesso palla del Napoli è estenuante, una matassa ossessiva di cui Robotka tira il filo iniziale. Decisivo anche in fase difensiva – 7,5
Un ricamo perfetto: dove Lobotka vuole che la palla vada, la palla va, sempre – 7
ZIELINSKI. Oggi San Piotr è il centro del gioco. La pelota passa sempre da lui e finalmente le cose belle prevalgono su quelle brutte (un paio di palle perse, nella prima mezzora). S’inventa punizioni e angoli e assist come quello per il gol di Zambo – 7,5
A parte l’assist per Anguissa, vorrei farti notare che da terra resiste e cerca di spingere la palla verso orizzonti ignoti. Piotr per me sarà sempre quello del senso di quella lotta e dello svenimento in campo durante la partita con la Juventus a Torino – 7,5
GAETANO dall’83’. “E’ fortissimo, vedrete che carriera farà”, Spalletti dixit. Strappa la palla che conduce al terzo gol, e che segna lui medesimo – 7
E si commuove! – 7
ELMAS. Tanto lavoro da gregario, come Olivera. E da destra si cimenta nei cross – 6
Tanto lavoro da jolly, soprattutto – 6
RASPADORI dal 69’. Al 77’ Giacomino in veste mosaica apre l’area interista come il Mar Rosso, ma il perfido Onana lo costringe ad allargarsi troppo e tutto sfuma – 6,5
Sbaglia un tocco veramente facile, un peccato di Dio – 6
OSIMHEN. Ohibò, oggi abbiamo pure Victor Victoria incazzato, a parte presidente e allenatore. Gioca così così e si arrabbia pure quando viene sostituito. Why, Ilaria? – 5,5
Direi che a incazzati stiamo messi già bene, Victor – senza nulla togliere alla sua grandezza enorme, chiariamolo, prima che i nostri lettori ci azzelleino dimenticando che le pagelle sono alla prestazione e non alla stagione o alla persona – pensi ai fatti suoi – 5
SIMEONE dal 69’. Altra sorpresa, Ilaria: s’ingurgita un gol enorme, quando Onana ribatte il tiro di Politano. Però vanta in precedenza una rete annullata ingiustamente – 6
Un gol mancato e un assist per Gaetano andato a segno, direi che ha pareggiato il conto – 6
KVARATSKHELIA. La mostritudine sublime del Che Kvara oggi è l’epifania festante del dribbling, nonostante gli andassero sotto i soliti due o tre. E al 65’ stava segnando con il suo tiro a giro, unico e originale – 8
Hai detto tutto tu, ti copio pure il voto – 8
POLITANO dall’83’. Meglio, molto meglio rispetto alle ultime apparizioni – 6,5
Politano ha probabilmente giocato la sua miglior stagione in carriera, anche questo è merito di Spalletti – 6
SPALLETTI. Un ex direttore di me e Max Gallo, Ilaria, sosteneva che il momento migliore per lasciare è quando si arriva al top. Questione di punti di vista. Epperò la gestione del suo addio è stata peggiore di quella tormentata della fatidica festa scudetto (e ce ne voleva, eh!). Alla fine la cena della presunta pace (e qui bisognerebbe aprire un capitolo penoso sul giornalismo sportivo) si è rivelata la cena delle beffe. Siamo adulti e sappiamo che sul lavoro non è obbligatorio amarsi (nella mitica Lazio del 1974 i giocatori erano divisi in due clan armati di pistole), ma Spalletti e De Laurentiis si sono comportati come due anziani brontoloni impegnati nella gara a chi fa la pipì più lunga, quando il machismo regredisce a infantilismo. Questa felicità meritava chiarezza sin dall’inizio, soprattutto se la rottura “viene da lontano”, per citare lo stesso Spalletti. Ora si apre una nuova fase. Spero solo che DeLa, in questo suo delirio di onnipotenza, non perda lucidità, ricordandosi che l’anno scorso la svolta fu cancellare lo stanco nonnismo di matrice sarrita. Rinnovare o smantellare una squadra che vince è altra cosa. Sempre che sia tutto vero. Il voto a Spalletti è solo per la partita – 7
Io mi domando come sia possibile darsi le martellate sui maroni quando si potrebbe semplicemente gioire di un capolavoro: è una cosa che proprio non riesco a spiegarmi. Deve essere l’aria di Napoli, qualche strano virus nell’aria, forse. Invece che sommare ermetismo a ermetismo, non sarebbe meglio un vaffanculo urlato ai quattro venti, piuttosto? Meglio: una bella festa del vaffanculo, con torte da buttarsi in faccia, urla salvifiche, schiaffi alla Amici miei. Peggio della preparazione della festa scudetto, tanto, non potrebbe essere. Anzi, diventerebbe un momento liberatorio. Potremmo scendere tutti in strada e festeggiare ad libitum, non sarebbe meraviglioso? Che presidente e allenatore ci pensino: trasformerebbero Napoli nella capitale della libertà. Tanto le figure barbine le stiamo già sprecando e le abbiamo già sprecate. E la storia dei caratteri incompatibili, sinceramente, ha anche un po’ fatto il suo tempo. Anche per me il voto è solo per la partita – 7
ARBITRO MARINELLI. Una catastrofe: caccia Gagliardini in ritardo e annulla ad capocchiam il gol del Cholito. E io c’ho pure un sospetto su quella trattenuta di Osimhen nell’area interista – 3