A Dazn, con Pardo: «Ogni settimana le stesse domande. L’uomo in più del Napoli è Lobotka, mi ricorda Guidetti. Il futuro? Il cambiamento è divertente»
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Il regista Paolo Sorrentino ospite ieri sera a Supertele a Dazn, con Pier Luigi Pardo, Ciro Ferrara, Ezio Glerean, Luca Toni, Gigi Di Biagio.
Ha parlato di Napoli-Fiorentina vissuta a bordo campo.
«A bordo campo è dieci volte più bello che andare sugli spalti, il calcio vero giocato da vicino è impressionante, la velocità del gioco è, banalmente, qualcosa di bellissimo.
Tu avevi capito dopo Milan-Napoli che avrete vinto lo scudetto.
«Non avevo capito, sarebbe troppo. Mi era sembrato che ci fossero degli indizi interessanti, il Napoli aveva vinto quella partita come avevo visto vincere squadre che poi avrebbero vinto lo scudetto allo stesso modo, come la Juventus in passato. Cioè anche senza giocare particolarmente bene, subendo il Napoli aveva avuto la capacità di vincere la partita».
«Io vidi l’esordio di Ferrara al San Paolo, nei distinti, giocava sulla fascia (contro la Juventus, marcò Boniek, come ha ricordato lo stesso Ferrara in studio).
«La festa è stata molto bella, penso che andrà avanti ancora un bel po’, alcuni cominciano a dire basta e li capisco ma per noi è ancora presto.
Hai cenato ieri sera, sei riuscito a cenare?
«In quel posto dove tu mi hai abbandonato. Vorrei che sulla mia tomba fosse scritto: “non saltò mai un pasto”».
Il calcio è ancora un’ispirazione per te?
«A me il calcio di oggi piace molto, più di quello del passato, è più veloce. Dal mio modestissimo punto di vista mi sembra che i calciatori siano tecnicamente più bravi. Mi ricordo giocatori prima di Ferrara che facevano fatica a stoppare la palla e giocavano in Serie A, mi sembra che il calcio sia molto cresciuto, a me piace parecchio».
L’allenatore che ti ha ispirato dal punto di vita tattico?
«Zeman, anche umanamente».
Pardo presenta in studio Ezio Glerean ex allenatore del Cittadella.
«Ha ispirato il mio primo film “L’uomo in più”». Col modulo 3-3-4
Glerean: «Ho sempre aspettato quest’incontro, per me è stato un grande orgoglio partecipare a quest’evento. Il 3-3-4 si può fare, lo abbiamo fatto col Cittadella, e siamo saliti dalla C2 alla B. Per mantenere un certo equilibro, devi correre in un certo modo. L’abbiamo fatto anche al Palermo di Zamparini ma lì non c’è stato tempo. Ora mi sono ritirato nei dilettanti. Mi sono isprato all’Ajax di Cruyff, l’uomo in più giocava tra le linee e dava fastidio ai difensori. Mi è piaciuto essere nel mio piccolo fonte di ispirazione per Sorrentino».
Sorrentino: «quando mi stavo documentando per il mio film, mi parlò di Glerean un giornalista di Napoli molto bravo che si chiama Antonio Corbo che mi spiegò il modulo. Per me fu illuminante, Tradussi questa spericolatezza calcistica in un modulo narrativo cinematografico».
Glerean: «lo spiega molto bene anche nel film».
Chi è l’uomo in più del Napoli, il calciatore da Oscar?
«Per me è Lobotka. Ed è un grande merito di Spalletti perché quando arrivò giocava in maniera completamente diversa, passava la palla all’indietro mentre adesso mi sembra che sia stato trasformato da Spalletti, è stato credo anche il giocatore più costante, più continuo, mi piace anche come essere umano, mi ricorda un po’ Guidetti che giocava nel Napoli prima di Ciro Ferrara, un mediano che io amavo molto».
«Kim è un personaggio meraviglioso, sono diventati tutti un po’ napoletani, non giocano nel Napoli, sono venuti nel Napoli per diventare napoletani, è diverso».
Il futuro? Che pensi i quel che potrà accadere tra Giuntoli Spalletti e De Laurentiis?
«Sarebbe bello se si andasse avanti però quest’anno sembrava che dovessimo arrivare undicesimi perché avevamo cambiato tutti e invece abbiamo vinto lo scudetto. Quindi stiamo a vedere, è anche divertente il cambiamento oltre che vedere sempre le stesse persone. Il calcio è divertente anche perché le persone vanno e vengono.
«Ferrara ha un bellissimo viso e una bella voce, è un po’ alto per fare l’attore. Gli attori bravi sono bassini, come Al Pacino».
«Il regista e l’allenatore sono due lavori abbastanza simili, gestiscono dei gruppi di persone e possono migliorare le performance degli attori in campo. L’allenatore è più faticoso perché ogni settimana deve fare le interviste e penso che sia una cosa veramente penosa, ecco. Fare ogni settimana le interviste con le stesse domande. Fortunatamente noi facciamo le interviste una volta ogni due anni, quando facciamo un film. Però per il resto sono due lavori simili».
Le interviste sono le cose più prossime alla morte?
«Da un lato c’è l’intervista e all’opposto c’è la cena. In termini di bellezza».
Starai per un po’ a Napoli, ti aspetti una città un po’ più felice?
«Mi sembra che la città sia molto felice, lo è, lo era già prima, Napoli è una città in cui in qualunque posto uno entri, un bar, un locale, c’è un’atmosfera di allegria che difficilmente si respira in altre città, dopo lo scudetto ancora di più».
Chiede Pardo: un attore può essere pingue?
«Certamente , i cosiddetti caratteristi che sono molto amati nel cinema. Marlon Brando a un certo punto è diventato come te ed è stato il più grande di tutti».
Il gol della stagione.
«È difficile pensare al gol della stagione dopo che mi hai fatto rivedere il gol di Maradona alla Juventus con la punizione a due, è molto difficile. Quel gol annienta tutti quelli che sono venuti dopo.
Ciro Ferrara racconta cosa diceva Diego in campo: «Diceva sempre: “quando non sai cosa fare, guarda lì davanti e dammi la palla Ciro per cortesia”».
«I rigori di Osimhen li ho visti da dietro alla porta e penso anche di aver filmato quello sbagliato».
Dov’eri al gol di Kvaratskhelia all’Atalanta?
«Ero sempre nello stesso posto, a casa con mio figlio a vedere la partita, la guardiamo sempre nello stesso modo».
La scaramanzia nel calcio conta tra il 90 e il 100%?
«100%».