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«Se il razzismo sta diventando un caso oltre il calcio è solo merito di Vinicius» (Guardian)

“E’ lui che ha portato la lotta al livello superiore, e se non vuole più parlare di calcio uno come Ancelotti allora forse si fermeranno anche gli altri”

«Se il razzismo sta diventando un caso oltre il calcio è solo merito di Vinicius» (Guardian)
Spanish referee De Burgos Bengoetxea talks with Real Madrid's Brazilian forward Vinicius Junior during the Spanish league football match between Valencia CF and Real Madrid CF at the Mestalla stadium in Valencia on May 21, 2023. (Photo by JOSE JORDAN / AFP)

“Domenica, per la prima volta in 1.285 partite da allenatore e 47 anni di calcio, Carlo Ancelotti si è rifiutato di parlare della partita”. Lo scrive il Guardian, ma l’intervista alla tv spagnola l’hanno vista tutti.

Il razzismo contro Vinicius è diventato un caso… non per caso. Ed è il punto che sceglie di sottolineare il Guardian. Il passo successivo che il calcio finora non è stato in grado di compiere. La protesta impetuosa, ferma, di due protagonisti enormi: uno degli attaccanti più forti del mondo – la vittima – e il suo allenatore, uno dei più vincenti della storia. Se si fermano loro, dice il Guardian, “allora forse davvero nessuno avrà più voglia di parlare di calcio” le prossime volte.

Per il quotidiano inglese è Vinicius che “sta muovendo qualcosa. Nessun altro: lui. Affrontando i suoi aggressori e coloro che vede come i loro facilitatori – prendendo posizione lui stesso – parlando apertamente, rifiutandosi di fare marcia indietro, combattendo, qualcosa è iniziato”. 

“Sono ancora troppi quelli che scelgono squadra per squadra, anche se adesso sono meno, almeno pubblicamente. C’è ancora chi insiste sui ma, proprio come Ancelotti insisteva ripetendo che “non ci sono ma”, quelli che accusano Vinícius di essere provocatorio, come se in qualche modo questo lo rendesse OK. È l’unico che subisce l’abuso, dicono alcuni, come se lo facesse anche quello, come se questo significasse qualcosa, come se limitasse l’impatto solo a lui quando è il contrario. Altri ne parlano solo come un modo per prendersela con un giocatore brillante, come se fosse un’arma legittima”. In Italia l’ultimo esempio di questa scuola di pensiero è stato Gasperini

Ora, continua il Guardia, “la speranza, che può essere irrimediabilmente ottimista, è che ora sia inevitabile: lo stanno affrontando“. E “non solo in Spagna ma ovunque”. “Ci sono state dichiarazioni della federazione calcistica brasiliana e del presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, di altri club e giocatori, tra cui Diakhaby del Valencia. Un’altra indagine è stata annunciata. Il Valencia ha promesso di bandire a vita i tifosi identificati. Il ministro degli Esteri brasiliano ha chiamato l’ambasciatore spagnolo. La lotta è portata su di loro, le richieste fatte, le minacce che incombono su di loro”. E tutto questo l’ha fatto “soprattutto lui”: Vinicius.

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