Dalla Roma all’Inter, ogni fine, per il tecnico di Certaldo non è mai stata banale né indolore. Potrebbe accadere anche a Napoli
L’insofferenza di Spalletti. Ne scrive La Stampa.
La notte della festa che cambia la vita è appena cominciata e sul titolo azzurro si possono leggere le prime nubi. Umori, sensazioni, parole fuori contesto: c’è un po’ di tutto nella pancia di uno stadio in ebollizione e un po’ di tutto dal sapore stonato.
Spalletti sbraccia, sbuffa, fa qualche smorfia e, per un attimo, si fa fatica ad indicarlo come l’allenatore campione d’Italia là dove lo scudetto mancava dal ’90. «Sono fatto così», dice. E quel così vuol dire buttare un occhio già a cosa gli riserverà la prossima stagione: Napoli o una casa altrove? Udine, la Roma giallorossa e la Milano nerazzurra: ogni fine, per il tecnico di Certaldo, non è mai stata banale e, soprattutto, indolore e c’è chi è pronto a scommettere che qualcosa possa accadere anche sotto al Vesuvio. Spalletti non vuole che l’asticella si alzi senza che ci siano i presupposti per farlo e, allo stesso tempo, vorrebbe dare un peso economico al suo lavoro: De Laurentiis ha già fatto valere l’opzione per il terzo anno sulla panchina azzurra, a quali cifre non si sa visto che, oggi, all’allenatore dello scudetto versa un assegno da 2,8 milioni di euro a stagione e visto che il tecnico della gioia infinita pensa di poterne guadagnare almeno il doppio già dal prossimo campionato.