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Teocoli: «Cesare Maldini mi regalava i biglietti per il Milan, ma quelli popolari, non di tribuna»

A Specchio: «Quando segnava il Milan Abatantuono si voltava verso di noi ad esultare, facevamo finta di non conoscerlo».

Teocoli: «Cesare Maldini mi regalava i biglietti per il Milan, ma quelli popolari, non di tribuna»
archivio Image / Spettacolo / Teo Teocoli-Adriano Celentano / foto Clemente Marmorino/Image

Su Specchio un’intervista a Teo Teocoli, storico tifoso del Milan, una passione che condivideva con Enzo Jannacci.

«Andavo tante volte a prenderlo a casa e l’ultima volta che è venuto a vedere una partita portò Paolino, il figlio. I biglietti omaggio me li dava Cesare Maldini, una volta obiettai “Ma questi sono popolari…”, e lui: “Che cazzo, vuoi andare in tribuna d’onore?”».

Teocoli racconta di Diego Abatantuono.

«Il Derby, lo storico locale del cabaret, era milanista. Andavamo in gruppo allo stadio: quando segnava il Milan e Diego, che era più in basso di noi, si voltava ad esultare, facevamo finta di non conoscerlo».

Teocoli non ha iniziato la carriera nello spettacolo da attore, ma da ballerino.

«Da ragazzo ero un campioncino di rock’n’roll nel mio quartiere, zona Niguarda, periferia nord di Milano. Saper ballare dava già un vantaggio, perché le ragazze stavano con chi ballava meglio. C’erano i filarini, sesso poco se non eri fidanzato in casa, e anche lì… Poi arrivò l’era Celentano, quando entrai nel Clan, e fu una strage, anche perché io somigliavo molto ad Adriano, e Adriano allora era come Elvis».

Su Loredana Bertè e Mia Martini:

«Con Loredana e Renato Zero nel 1969 facevamo a teatro Hair, il musical che portava a libertà e sesso. Alla fine dello spettacolo ci spogliavamo nudi sul palco con le braccia in aria cantando Let the sun shine in, eravamo molto disinibiti. Ogni tanto nella “tribù” della compagnia si formava una coppietta. Con Loredana era cominciata così. Poi una sera alla Bussola venne Mimì (la Martini) e mi disse che Loredana stava male a causa mia. Abbiamo parlato, ci siamo rivisti a Milano ed è stato un periodo molto bello con lei, ascoltavamo molta musica insieme. Una ragazza straordinaria per il suo carattere dolce, ma un po’sfortunata».

Teocoli su Renato Zero:

«Non faceva che comporre canzoni, non ne potevamo più di sentirlo, così una volta lo chiudemmo in un bagno e gli passammo la chitarra dall’alto, in modo che si sfogasse lì».

Alla vita da comico Teocoli è stato introdotto da Jannacci, Cochi e Renato.

«Dopo Hair, in centro a Milano incontro tre pazzi: Jannacci, Cochi e Renato, che avevano un dolcevita e cercavano di allargarselo a vicenda per rovinarselo. Di Enzo non si capiva niente quando parlava, come sempre, poi una volta mi tenne un’ora al telefono prima che capissi cosa voleva: era una commedia a teatro, Saltimbanchi si muore, con Lino Toffolo. Poi capitai per caso al Derby, dove si ballava, c’era il jazz, comici, musicisti: Enzo, Gaber, Lauzi, Bindi, Paoli. Vivevo di notte, tornavo a casa alle cinque del mattino».

Teocoli ha un aneddoto da raccontare anche su Berlusconi.

«Una volta ci siamo detti una battuta, lui se l’è presa e mi ha mandato fuori di casa. Voleva farmi fare una cosa che non stava né in cielo né in terra e io gli avevo risposto: “Lei faccia Milano 2 e Milano 3, i quartieri residenziali che costruiva, che l’artista lo faccio io”. Si offese e mi mandò fuori casa. Ero diventato un appestato, ma lui mi voleva nella sua tv perché riconosceva che ero bravo e mi fece richiamare».

E su Bettino Craxi:

«Sì eravamo amici e io ero craxiano, la sera ci trovavamo a cantare L’uselin della comare e poi finiva con una
spaghettata, una cenetta».

Infine, Teocoli parla anche del nuovo San Siro.

«Che lo demoliscano, non me ne frega un cazzo, tanto a Milano buttano giù tutto e butteranno giù anche lo stadio, come ogni cosa. Piuttosto ho chiesto al sindaco Sala perché a Milano, la città del Derby, non ci sia un cabaret e lui mi ha risposto che non è il suo lavoro. Mi sembra non abbia alcun contatto con la gente, poi magari è bravo, ma parla come un ragioniere».

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