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Vittorio Pisani nuovo capo della polizia, ha catturato Iovine e Zagaria. Polemizzò per la scorta a Saviano

Quella polemica gli costò un mare di polemiche, non arretrò di un centimetro. Uscì a testa da un’inchiesta sul riciclaggio

Vittorio Pisani nuovo capo della polizia, ha catturato Iovine e Zagaria. Polemizzò per la scorta a Saviano

A prendere il posto di Giannini alla guida della Polizia di Stato sarà il prefetto Vittorio Pisani, in arrivo dall’Aisi dove era vicedirettore.

Pisani, di Catanzaro ma molto legato a Napoli (dove abita la sua famiglia), è un poliziotto molto stimato e dal curriculum straordinario. Di lui scrive il Corriere della Sera edizione Roma:

Il curriculum di Pisani, come del resto quello di Giannini, è da superpoliziotto. Il nuovo capo della polizia ha sgominato i clan più importanti della camorra. Come quelli guidati dai latitanti Antonio Iovine e Michele Zagaria. Pisani è stato al vertice della Squadra mobile napoletana dal 2004 al 2011. Nella sua lunga carriera investigativa è stato anche vice direttore dell’Aisi, l’intelligence interna nazionale. Nel 1998 è stato promosso per merito straordinario per la cattura dei capi latitanti della nota Alleanza di Secondigliano.

La Cnews24 ricorda la polemica con Saviano:

Con Roberto Saviano duellò a distanza facendo rimbalzare sulla stampa dichiarazioni che sollevarono un polverone. «Io faccio anticamorra dal 1991 – disse rispondendo a una domanda di Vittorio Zincone -. Ho arrestato centinaia di delinquenti. Ho scritto, testimoniato… Beh, giro per la città con mia moglie e con i miei figli, senza scorta. Resto perplesso quando vedo scortate persone che hanno fatto meno di tantissimi poliziotti, carabinieri, magistrati e giornalisti che combattono la camorra da anni. Non ho mai chiesto una scorta. Anche perché non sono mai stato minacciato. Anzi, quando vado a testimoniare gli imputati mi salutano dalle celle». Una posizione che gli costò una marea di polemiche e una richiesta di chiarimento in tribunale sul passaggio che riguardava la concessione della scorta allo scrittore. «Saviano ci riferì di minacce avvenute in un negozio dei Quartieri – disse -. Svolgemmo accertamenti e mostrammo alcune foto a Saviano, che però non riconobbe in loro le persone che gli avevano rivolto minacce. La decisione della scorta ovviamente non spettava a noi». Punto e a capo. 

Titti Beneduce sul Corriere del Mezzogiorno ricorda che fu coinvolto in un’inchiesta sul riciclaggio e ne uscì a testa alta.

Nel 2011 Vittorio Pisani fu coinvolto nell’inchiesta sul presunto riciclaggio di denaro sporco da parte del clan di camorra Lo Russo in lussuosi ristoranti di Napoli gestiti dai fratelli Iorio, dei quali era amico. La Procura, all’epoca guidata da Giovandomenico Lepore, gli contestava i reati di rivelazione di segreto, favoreggiamento, abuso d’ufficio e falso. Il rinvio a giudizio avvenne pochi giorni dopo l’arresto del boss Michele Zagaria. Ma Pisani da quelle accuse è stato completamente scagionato e assolto con formula piena in tutti i gradi di giudizio.

Il giorno in cui Zagaria fu finalmente catturato dopo 16 anni di latitanza Vittorio Pisani era sottoposto alla misura cautelare del divieto di dimora in provincia di Napoli: anche per questo motivo l’operazione fu clamorosa. Quando il capoclan fu stanato dal suo bunker sotterraneo di Casapesenna e portato nella Questura di Caserta, i suoi uomini intonarono spontaneamente un coro di solidarietà scandendo il suo nome: Vittorio, Vittorio.

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