Su L’Equipe. Le indagini seguono alla denuncia del lobbista vicino al Psg, che afferma di essere in possesso di documenti sul club e sul suo presidente

A Parigi sono stati perquisiti gli uffici di Rachida Dati, avvocato e sindaco del settimo arrondissement, nonché portavoce di Nicolas Sarkozy alle elezioni presidenziali del 2007 e di altri due avvocati, Olivier Pardo e Francis Szpiner, quest’ultimo legale di Al-Khelaifi, presidente del Psg. Le perquisizioni, scrive L’Equipe, sono legate alle indagini sul sequestro di Tayeb Benabderrahmane in Qatar.
Il quotidiano francese scrive:
“Tayeb Benabderrahmane afferma di essere stato sequestrato e torturato in Qatar per diversi mesi nel 2020. Secondo il suo racconto consegnato ai media e alla magistratura, Tayeb Benabderrahmane avrebbe riacquistato la libertà all’epoca solo in cambio di documenti compromettenti in suo possesso sulla squadra di calcio della capitale e sui suoi dirigenti. Questa misteriosa trattativa era stata condotta da Parigi, tra Olivier Pardo, consigliere di Benabderrahmane, da un lato, e Francis Szpiner e Renaud Semerdjian, avvocati di Nasser al-Khelaifi, dall’altro. Rachida Dati, che conosceva Tayeb Benabderrahmane, aveva fatto da interprete agli intermediari”.
Il 30 marzo, Tayeb Benabderrahmane è stato ascoltato per la prima volta dai giudici e ha spiegato, durante la sua detenzione in Qatar, di essere stato interrogato, tra gli altri argomenti, su “la Coppa del Mondo, Jérôme Valcke, Fifa, Nasser al-Khelaifi”.
Tayeb Benabderrahmane ha dichiarato di aver avuto tra le mani segreti di Stato così importanti che Nasser al-Khelaifi e il Qatar non avrebbero esitato a farlo rapire, al di fuori di qualsiasi quadro legale, per mettere le mani su file sensibili. Dal canto loro, Al-Khelaifi e il suo entourage hanno sostenuto che Tayeb Benabderrahmane avrebbe chiesto milioni di dollari, ricattando il presidente del Paris Saint-Germain.
L’Equipe scrive:
“Le indagini dovrebbero portare rapidamente alle prime verità. Secondo le operazioni della Direzione generale della sicurezza interna ci sono infatti sui supporti informatici scoperti a casa di Benabderrahmane video intimi del presidente del Psg, da un dispositivo di videosorveglianza installato in una stanza”.
“I vari supporti (hard disk, telefoni, chiavette Usb trovati durante la perquisizione), includono anche i dati di uno dei telefoni di Nasser al-Khelaifi. Secondo la testimonianza del suo ex maggiordomo, il presidente del Psg avrebbe cercato di sbarazzarsi di questo telefono prima delle perquisizioni che avrebbero avuto luogo a beIN Sports, nel 2017. Da allora la polizia ha cercato di ripristinare i vari scambi, e-mail, WhatsApp e sms che il famoso cellulare conteneva. Un contenuto che Benabderrahmane promette di essere “esplosivo”.