Al Messaggero: «Sono io il mio primo punto di riferimento, l’atleta deve sempre mettersi in discussione. È lui che scende a patti con problemi e fatica»

Il Messaggero intervista Samuele Ceccarelli, lo sprinter toscano che ha conquistato il titolo nazionale davanti a Marcell Jabobs. Tocca a Ceccarelli portare più in alto possibile i colori azzurri durante i Giochi europei (23-25 giugno).
L’atleta azzurro ha vinto anche l’oro agli Euroindoor:
«Il segreto è non pensarci. Mi concentro sull’allenamento solo quando sto al campo. So bene che l’attenzione mediatica è diversa da prima, ma cerco di comportarmi come se non fosse successo nulla».
Ceccarelli riesce a mantenere la calma anche nei momenti più difficili:
«Cerco di affrontare questi grandi eventi con più freddezza possibile. Perché certe gare portano con sé tutta una serie di emozioni che possono influenzare la prestazione. Cerco di rimanere concentrato su quello che devo fare: ovvero stare attento a quei 3-4 dettagli provati in allenamento con il mio allenatore Marco Del Medico».
Il racconto di come ha scelto l’atletica leggera:
«È una cosa che ho sentito dentro di me. Ci ha messo un po’ di tempo a consolidarsi, perché ho preso strade diverse negli anni precedenti e ho iniziato a fare atletica tardi, soltanto a 16 anni. Poi ho capito che era la strada giusta. La strada di casa».
Gli infortuni durante il suo percorso non sono mancati:
«Non è facile convivere con l’idea di dedicare tanto tempo all’allenamento e non ricevere in cambio neanche la metà di quello che hai dedicato. Per fortuna con il mio allenatore abbiamo risolto i problemi del passato».
Anche Marcell Jacobs è tormentato dagli infortuni:
«Gli infortuni fanno parte del gioco. Noi d’altronde siamo macchine da corsa. Quando raggiungiamo dei picchi di pressione a livello fisico ci sta che un ingranaggio si sforzi più in là e deve essere curato. Gli auguro il meglio e lo aspetto in Nazionale. Con le sue vittorie Marcell ha mostrato a tutti noi un orizzonte. Ha ispirato me e tutta l’atletica italiana. Ed è bello che dopo quei successi tanti nuovi atleti si stiano facendo valere. Più siamo e meglio è».
Ceccarelli mostra un certa sicurezza quando gli chiedono chi sono i suoi punti di riferimento:
«Con tutta onestà il primo punto di riferimento sono io stesso. Anche perché come atleta devi sempre metterti in discussione. L’atleta è quello che si mette in gioco, che deve prendere le decisioni, che deve venire a patti con problemi e fatica. Se non si fanno le cose in prima persona la vita non regala niente a nessuno».