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«Ci prendiamo la curva del Milan, è un bell’affare», così il clan si spartiva San Siro

Su Il Fatto gli atti dell’Antimafia di Milano con elementi inediti sulla spartizione degli affari in curva. Coinvolti i fratelli Calaiò, Luca Lucci e Boiocchi

«Ci prendiamo la curva del Milan, è un bell’affare», così il clan si spartiva San Siro
Mg Napoli 02/04/2023 - campionato di calcio serie A / Napoli-Milan / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: tifosi Milan

Il Fatto Quotidiano pubblica una pagina sulla spartizione degli affari nella curva del Milan, con elementi inediti che emergono dagli atti su un fermo dell’Antimafia di Milano al boss della droga Nazzareno Calajo, detto Nazza, capo del quartiere della Barona, arrestato con altri sette lo scorso aprile. Incroci tra ultras e malavita, affari e fatti di sangue che riguardano il tentato omicidio del tifoso milanista Enzo Anghinelli, colpito con un proiettile alla testa il 12 aprile 2019, finito in coma e sopravvissuto e l’esecuzione del capo nerazzurro Vittorio Boiocchi. Due casi a oggi irrisolti.

Tra i fermati con Nazza c’è anche Massimo Mazzanti, detto “Mimmo spara spara”, che i pm ritengono uomo di fiducia del gruppo di fuoco di Calajò. Il Fatto racconta che il 23 marzo 2022, Andrea e Luca Calajò, figlio e nipote del vecchio Nazza, anche loro indagati, sono in auto insieme e parlano della gestione degli affari nella curva del Milan e della figura ingombrante del capo dei Boys nerazzurri Vittorio Boiocchi ucciso il 29 ottobre scorso.

Andrea Calajò, intercettato dal Ros, dice:

«Guarda c’è da piazzarsi pure nella curva del Milan, non la molliamo pure sta cosa!».

Luca Calajò gli risponde:

«Ma che mollare, a Giancarlo Lombardi gliel’ho detto chiaro: tu stai mollando una cosa che grazie comunque a Loris Grancini e a mio zio e a tutto il bordello che abbiamo combinato».

Lombardi, spiega il Fatto, detto Sandokan (non indagato), nel 2005 guidò l’ingresso in curva Sud dei Guerrieri ultras portando allo scioglimento la Fossa dei leoni. A spalleggiarlo, secondo gli investigatori, fu il capo dei Viking della
Juve Loris Grancini,

“personaggio di “spessore criminale” condannato per tentato omicidio e, è agli atti, legato a un noto narcos della ‘ndrangheta vicino alla cosca Papalia. Con gli anni, Lombardi ha lasciato la gestione a Luca Lucci, oggi ai domiciliari per droga e diventato noto per l’abbraccio con l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini durante la festa per i 50 anni della curva rossonera”.

L’intercettazione prosegue con Andrea Calajò che dice:

«La curva del Milan è un bell’affare! Ce la prendiamo, basta!».

Ma c’è un problema rappresentato dagli attuali capi, scrive Il Fatto, su tutti Luca Lucci.

I due discutono delle modalità di spartizione degli anelli, primo e secondo blu, o 50 e 50, oppure un anello a testa. Andrea dice:

«Se fanno come ha detto, se fanno 50 e 50, lui ci dà il suo 50, che cazzo ce ne frega a noi del suo 50».

Luca aggiunge:

«Oppure ci si divide che andiamo sotto, meglio ancora. Ci pigliamo tutto il primo anello!».

Ancora Andrea Calajò:

«Io penso che è molto meglio se si divide a sotto e sopra, che dire che stiamo insieme e dividiamo. È molto meglio perché noi ci gestiamo come cazzo vogliamo noi, non ci sono già discussioni a prescindere. Perché metti che io voglio fare così e tu vuoi far cosà già ci troviamo a scannare. Invece io c’ho il mio (anello) sotto, tu c’hai il tuo sopra, tu fai quel che cazzo vuoi io faccio quello che voglio».

E aggiunge che

«la batteria che c’è nello stadio sono quattro pisciaturi».

Riferendosi a Lucci ed ai suoi luogotenenti.

Andrea Calajò:

«Sono tutte chiacchiere. Li piglio io, li rovino».

Andrea e Luca vogliono uccidere Boiocchi, con cui gestiscono gli affari delle magliette ultras in curva Nord. I Calajò, scrive Il Fatto, non risultano indagati nel fascicolo per il suo omicidio e neppure per il tentato omicidio di Anghinelli.

 

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