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Iervolino: «Basta essere ostaggi dei procuratori, non possono decidere senza sentire i club»

La risposta del procuratore di Sepe: «Iervolino dice solo quello che gli conviene, forse soffre di manie di protagonismo»

Iervolino: «Basta essere ostaggi dei procuratori, non possono decidere senza sentire i club»
Ci Salerno 27/05/2023 - campionato di calcio serie A / Salernitana-Udinese / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Danilo Iervolino-Chiara Giugliano

Il Corriere dello Sport ha intervistato il presidente della Salernitana, Danilo Iervolino che ha presentato un esposto contro il procuratore di Sepe e Kastanos, Mario Giuffredi, per un’intervista sui suoi assistiti.

«Non possiamo essere ostaggio di certi comportamenti, di certe pressioni. Ci sono agenti e intermediari che vogliono il bene del calcio e tentano di creare valore per il sistema. Altri il valore lo sottraggono. Nessun procuratore può dire “il mio giocatore se ne va”: comanda l’agente? Ci sono atteggiamenti poco professionali, che vanno oltre il buon senso e anche il rispetto della privacy nel rapporto tra calciatore e club. Dire “altrimenti il giocatore va via” crea un danno».

Iervolino ha già in mente una possibile soluzione:

«Bisogna agire sulla Figc per un intervento normativo. Dichiarare cose del tipo “qualsiasi proposta arriva, il giocatore resterà” cosa significa? che l’agente decide per il calciatore e per la società? Basta essere pavidi, serve coraggio per rifondare il calcio italiano».

Gli agenti hanno un ruolo importante, il presidente della Salernitana lo sa:

«È fondamentale che facciano parte del sistema perché creano valore. Ma non bisogna degenerare. Inaccettabile che si dica che non sappiamo fare il nostro lavoro solo perché non alziamo lo stipendio a un calciatore. Certe frasi incidono su tutto: serenità dei calciatori, motivazioni, feeling con l’ambiente. Chi ci ripaga per questi danni?».

Sul nuovo regolamento degli agenti:

«Quello pone solo un limite alle commissioni. Certo, un tetto va messo. Ma è sbagliato l’approccio sulle condotte: un agente non può decidere il futuro di un calciatore senza aver sentito la società e facendo dichiarazioni pubbliche».

Secondo Iervolino sono diverse gli elementi che nel calcio andrebbero riformati:

«I diritti tv, che il nostro calcio fa fatica a vendere al prezzo giusto. E i contratti dei calciatori, da aggiornare: oggi ci sono i bonus, ma servirebbero anche i malus, legati a risultati individuali e collettivi, per adeguare i compensi anche in momenti negativi. Gli stipendi potrebbero poi essere indicizzati all’andamento del mercato dei diritti tv».

In mattinata è arrivata la risposta di Mario Giuffredi:

«Ho letto con un certo stupore le dichiarazioni del signor Iervolino e resto sinceramente allibito. Soprattutto perché il presidente, che mi accusa di strumentalizzare le interviste in modo strategico, dice solo quello che gli conviene. Avrebbe dovuto aggiungere che mi sono messo a disposizione quando a Salerno non voleva venire nessuno e io spinsi Sepe ad accettare pur con una squadra virtualmente retrocessa. Avrebbe dovuto ammettere che mi stanno mettendo pressioni per collocare altrove il mio assistito (Sepe, ndr) perché ritengono guadagni troppo, evidentemente i contratti li vogliono rispettare solo quando gli conviene. Aggiungo che in alcune occasioni mi ha chiesto di rinviare determinati pagamenti e non mi sono mai tirato indietro. Forse il signor Iervolino soffre di manie di protagonismo, so bene di non rischiare nulla perché ho rilasciato una intervista al sito TuttoSalernitana rispondendo alle domande di un giornalista».

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