Al Corriere del Mezzogiorno: «sono sicuro che il 95 per cento dei salernitani la pensa diversamente e accetta solo la rivalità sportiva»
Ieri a Salerno, l’ex senatore e tifoso azzurro Quagliarello è stato costretto ad annullare la presentazione del suo libro sul Napoli. Anche lo scrittore de Giovanni ha subito la stessa sorte. Tutto in nome di una incomprensibile ostilità verso il Napoli da parte di alcuni salernitani. Oggi sul Corriere del Mezzogiorno, l’intervista al presidente della Salernitana Iervolino che prova a dare una sua interpretazione del fenomeno:
«Stigmatizzo con forza questa ostilità, la trovo davvero inconcepibile. Per certi versi è disgustoso pensare che ci sia tanta acrimonia, un odio che non ha alcuna ragione di esistere. Sono sicuro: il 95 per cento dei salernitani non la pensa così ed accetta solo la rivalità sportiva. Farò da mediatore».
Chi è che alimento questa ostilità:
«C’è una sparuta minoranza che vuole scoraggiare qualunque rapporto di simpatia tra Napoli e Salerno. Insomma, posso capire la rivalità in campo, ma fuori dal rettangolo di gioco faccio fatica a comprenderla. Quando c’è un’occasione del genere, un libro che ti permette di avvicinare le diversità e le sensibilità differenti, non si può agire in questo modo. Il fine comune della cultura deve essere quello di creare entusiasmo e soprattutto energia meridionale che ci appartiene e ci contraddistingue».
Iervolino assicura che la sua è una lunga battaglia:
«Da sempre mi batto affinché si possa costruire un ponte tra le due città e le rispettive società di calcio. Con il presidente del Napoli De Laurentiis ci impegniamo e ci impegneremo affinché vengano definitivamente rimossi questi ostacoli. Penso di aver lavorato sempre in tale direzione e la mia gestione è sempre stata tesa a non creare polemiche sterili».
Sul caso de Giovanni:
«de Giovanni è un orgoglio, un vanto per il tutto il Mezzogiorno. È uno di quegli intellettuali vincenti che deve essere solo elogiato per quello che ha fatto e continua a fare: è un esempio per tutti».
E allora qual è la soluzione secondo Iervolino?
«Si deve condannare ogni tipo di violenza e il tifo deve essere pacifico. Bisogna seppellire l’ascia di guerra tra due comunità vicine con numerosi link culturali. Ripeto, questo episodio va condannato, ma mi rassicura che la stragrande maggioranza della popolazione non la pensa in questo modo. Quanto accaduto, con relative polemiche, non fa che alimentare altri problemi e questo non lo posso accettare. Sto lavorando per avvicinare le due città non per creare tensioni».