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Jacobs ormai è un caso, gli avversari lo sfottono: «Non viene mai, si tira sempre fuori»

Dall’oro olimpico ha corso i 100 metri solo 7 volte. Quel 9″94 non l’aveva mai corso prima e mai più dopo. Si fanno largo i sospetti

Jacobs ormai è un caso, gli avversari lo sfottono: «Non viene mai, si tira sempre fuori»
Italy's Lamont Marcell Jacobs looks on after the finals of the men's 60 metres during The European Indoor Athletics Championships at The Atakoy Athletics Arena in Istanbul on March 4, 2023. (Photo by OZAN KOSE / AFP)

La polemica portata all’estremo del buongusto è firmata dallo staffettista Usa David Verburg: “Jacobs si tira fuori talmente tanto che suo figlio probabilmente è stato adottato“. Ma il vero grande rivale, l’americano Fred Kerley, con più grazia, pure non smette mai di sfruculiarlo: “Non è un vero avversario, non si presenta mai”. La verità è che il campione olimpico dei 100 metri, all’ennesimo forfait – stavolta salta il Golden Gala di Firenze, il terzo consecutivo – è ormai un caso.

Da quella finale olimpica Jacobs ha corso solo 7 gare dei 100 metri. E solo due volte è andato sotto la soglia critica dei 10 secondi. Kerley, per dire, ha corso 17 volte e sotto quel muro è andato la bellezza di 15 volte, 8 volte sotto i 9″90. Jacobs mai. Quel 9″94 olimpico Jacobs non l’aveva mai corso prima e non l’ha mai più corso dopo Tokyo.

Infortuni a ripetizione, anche minimi. Ritiri su ritiri, cui seguono interviste rassicuranti. Sembra uno schema. E dai e dai, spuntano ovunque sospetti vari, più o meno dichiarati. L’atletica è come il ciclismo, vive di traumi mai del tutto risolti col doping. Nel mezzo Jacobs s’è comunque preso un oro agli Europei di Monaco, l’anno scorso. E qualche gloria indoor, sui 60 metri.

La Stampa stamattina scrive di “falsa partenza”, l’ennesima. “Falsa partenza rispetto al programma annunciato per colpa di un falso appoggio che moltiplica le false percezioni. E in questa storia lo scarto tra il vero e l’ingannevole si è fatto sottile“.

Resta agli atti che la grande sfida tra il campione olimpico italiano e quello mondiali è più che altro un acchiapparello. Jacobs è sfuggente come un’anguilla. L’ultima sfida del genere risale nientemeno alla finale olimpica del 2012, Usain Bolt contro Yohan Blake. Tra il 2013 e il 2017 Bolt si è preso entrambe le corone e ancora adesso non c’è una data per il prossimo cartellone completo, scrive La Stampa.

Il punto, per Jacobs, è la gestione dei microinfortuni e degli stop tattici. Lì fuori, il mondo è cattivo. E parla. Anche Jacobs parla. Parla tantissimo. Corre molto meno. Questo ultimo infortunio, continua La Stampa, “non è così grave da essere definito infortunio e in linea puramente teorica Jacobs potrebbe pure gareggiare, ma l’ultimo test gli ha consigliato di non farlo. Nel 2022 una situazione simile è stata affrontata in modo opposto. Jacobs ha corso a Savona, a metà maggio, ha avvertito un dolore e poi ha spinto per riprendere. Dopo aver saltato proprio il Golden Gala e altre uscite, agli Assoluti di Rieti di nuovo un falso appoggio è di nuovo la tentazione di accantonare il malessere. Quest’anno si riparte da quell’esperienza e fino a che ogni ombra non viene superata Jacobs non gareggia, questa è la linea, così gli ex staffettisti degli Usa magari possono preparare battute meno trivie di quelle pubblicate in questi giorni e alzare il livello”.

Si vede che c’è una maledizione. Scherzi a parte, se poi va a finire come nel 2021 mi dispiace per i fiorentini e per il Golden Gala però possiamo starci”, ha commentato stamattina Stefano Mei a margine della conferenza stampa di Palazzo Vecchio – E’ un problema alla schiena, non facciamolo diventare un problema più importante. Non sono preoccupato per lui, si sta allenando”.

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