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Juventus, inchiesta Prisma: archiviata l’ipotesi di false fatture

La motivazione: «finalità bilancistica e non fiscale delle operazioni di scambio contestate». Per Agnelli e gli ex dirigenti restano gli altri capi d’accusa 

Juventus, inchiesta Prisma: archiviata l’ipotesi di false fatture
Juventus FC sports director Fabio Paratici (L) and Juventus FC chairman, Andrea Agnelli (R) attend the Italian Serie A football match Parma vs Juventus on August 24, 2019 at the Ennio-Tardini stadium in Parma. (Photo by Marco Bertorello / AFP)

L’ipotesi di reato di false fatturazioni addebitato alla Juventus nell’ambito dell’inchiesta Prisma sulle plusvalenze, è decaduta. Archiviata la posizione degli ex dirigenti bianconeri Nedved, Paratici, Re, Bertola e Cerrato. Il Gip di Torino ha accolto la richiesta della Procura del capoluogo piemontese. Le motivazioni:

«E’ emersa la finalità eminentemente bilancistica e non fiscale delle operazioni di scambio contestate; le stesse risultano neutre, “a somma zero”, sotto il profilo finanziario e tese soltanto a consentire la registrazione di un ricavo immediato, con spalmatura dei costi in più esercizi, al fi ne di celare l’erosione del capitale sociale. Anche ritenendo accertata la natura fittizia o artificiale dei valori contrattuali, non appare ravvisabile in capo alla Juventus un concreto vantaggio fiscale».

Restano invariati, invece, per Agnelli e gli altri ex dirigenti Juventus, gli altri capi d’imputazione su cui si basa il processo derivato dall’Inchiesta Prisma: falso in bilancio, aggiotaggio, ostacolo all’attività degli organi di vigilanza.

Il Gip ha anche archiviato la posizione dei tre ex sindaci della Juventus, Paolo Piccatti, Nicoletta Paracchini e Silvia Lirici, che, durante gli interrogatori, avevano spiegato di essere «all’oscuro» della manovra stipendi, delle “side letter” e della carta segreta di Cristiano Ronaldo.

Secondo i magistrati dai loro verbali «appare evidente la mancata conoscenza dei profili illeciti. In più emerge la netta presa di distanza dalle modalità di gestione di Juventus. Né dai documenti (in particolare la corrispondenza elettronica) in sequestro né dalle intercettazioni è emerso il minimo coinvolgimento dei sindaci nelle condotte illecite. Addirittura, con riguardo alla seconda manovra stipendi, è emersa chiaramente la volontà dei dirigenti juventini di non rendere pubblico alcunché in ordine alle trattive con i giocatori».

Gli ex sindaci hanno dichiarato di non sapere che la prima manovra stipendi fosse in realtà solo in parte una rinuncia

«Per noi era una riduzione tout court. Se il campionato fosse ripreso ci sarebbero state delle integrazioni, ma ovviamente tutte da negoziare»

e sulle «side letter» legate della seconda manovra stipendi:

«Non eravamo a conoscenza di nulla di tutto questo. Tutto questo ambaradan non ci è mai stato comunicato. Se avessimo avuto conoscenza di fatti di questa natura ci saremmo agitati».

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