Al Corsport: «abbiamo cominciato con la costruzione di una clinica pediatrica nel villaggio dove i miei genitori sono nati e si sono sposati»
Koulibaly nella sua intervista al Corsport parla della scelata araba.
«Sono felice perché sono musulmano e arrivo nel Paese giusto. E sono entusiasta di essere uno dei primi a sbarcare in un campionato in evoluzione: spero di aiutare l’Arabia Saudita e l’Al-Hilal a scrivere una nuova storia sportiva. E poi c’è questo contratto molto importante».
Niente male, davvero.
«Potrò aiutare tutta la mia famiglia a vivere bene, dai miei genitori ai miei cugini, e soprattutto sostenere le attività sociali della mia associazione in Senegal, “Capitane du Coeur”: abbiamo cominciato con la costruzione di una clinica pediatrica nel villaggio dove i miei genitori sono nati e si sono sposati. Si chiama Ngano. Io e i miei fratelli abbiamo coronato un sogno: la scorsa settimana siamo andati a Dakar e ci siamo messi in cammino. E abbiamo posato la prima pietra: aiuterà almeno una quindicina di villaggi, tante persone che al momento se hanno bisogno di un ospedale devono fare 50 minuti di strada. Ora lo Stato deve sostenerci con i medici, ma ho tante altre idee. Investiremo molto per il Senegal e poi per l’Africa dell’Ovest. Aiuteremo i giovani: sono loro il futuro del Paese e del mondo».
Un quadro perfetto.
«C’è tutto per farmi stare bene: a Riad mi hanno accolto in maniera straordinaria. Il presidente mi ha trattato con enorme rispetto, raramente ho ricevuto tanta attenzione e tanta disponibilità: voglio ripagare tutto l’amore in campo. Voglio vincere per loro».