Al Corsport: «Non volevo fare panchina in Premier. Era destino che io andassi via e il Napoli vincesse lo scudetto»
Koulibaly intervistato da Fabio Mandarini per il Corriere dello Sport.
«Sono molto felice per lo scudetto: ho lottato otto anni per averlo e tutti dicono che se fossi rimasto lo avrei vinto anche io, ma io credo nel destino. Era scritto così. Che dovevo andare via io, per vedere il Napoli campione d’Italia».
Ma Kalidou ha compiuto 32 anni una settimana fa, e ora ha una nuova vita e una nuova squadra. «La migliore del campionato arabo».
Ma sapete cosa? Sono molto contento della mia scelta per tanti motivi».
Facciamo l’elenco.
«Sono felice perché sono musulmano e arrivo nel Paese giusto. E sono entusiasta di essere uno dei primi a sbarcare in un campionato in evoluzione: spero di aiutare l’Arabia Saudita e l’Al-Hilal a scrivere una nuova storia sportiva. E poi c’è questo contratto molto importante».
Niente male, davvero.
«Potrò aiutare tutta la mia famiglia a vivere bene, dai miei genitori ai miei cugini, e soprattutto sostenere le attività sociali della mia associazione in Senegal, “Capitane du Coeur”.
Com’è stata la Premier di Kalidou?
«Con il Chelsea ho vissuto una grandissima esperienza. La Premier è fantastica: tanta intensità, tanti gol, giocatori molto veloci, grandi talenti. Loro si aspettavano il Koulibaly di Napoli, ma non credo che la mia stagione sia stata così male. Avevo bisogno di tempo: in un anno non ho potuto dimostrare quello che avrei voluto per le scelte dell’allenatore e della società».
E alla fine è andato via.
«Non avevo garanzie di giocare sempre: sono sempre stato serio e professionale, ma non mi piace stare in panchina a fare niente. Preferisco un posto dove mi vogliono, dove sono al centro di un progetto e posso essere di esempio ai giovani».
«Napoli merita un grande futuro in Italia e in Champions: questi giocatori hanno scritto la storia, ma se vinceranno un altro scudetto sarà un’impresa totale. Devono metterselo in testa: ognuno sceglie la propria carriera e la propria vita, ma a Napoli hanno fatto epoca e non possono andare via così. Spero che rimangano, che non vadano via tutti».
È un consiglio a Osimhen?
«Non gli servono i miei consigli. Ogni tanto ci sentiamo e se vorrà mi chiamerà. Ma ormai Victor è un giocatore molto importante, tra i migliori del mondo: Gattuso lo ha aiutato, Spalletti è stato la svolta e ora non ha più bisogno di nessuno. Deve scegliere in libertà, da solo, senza ascoltare altri pareri. Soltanto così non avrà rimorsi».
Quanto ha tifato per i suoi vecchi amici da Londra?
«Tanto. Il Napoli ha vissuto un anno fantastico: ha giocato un bellissimo calcio e Spalletti ha fatto un lavoro straordinario costruendo la migliore squadra in assoluto. È stato tutto merito dei giocatori e dello staff, sono molto contento per loro».