Dal 9 giugno su Netflix la nuova serie d’animazione “Questo mondo non mi renderà cattivo”, sei puntate con le belle musiche di Giancane
C’eravamo lasciati ai primi di dicembre del 2021 con “Strappare lungo i bordi”, la serie Netflix di Zerocalcare al secolo Michele Rech, questo è in verità il nome del 40enne – festeggerà il 12 dicembre prossimo – fumettista romano che vive a Rebibbia-Ponte Mammolo. Ora la nuova serie d’animazione “Questo mondo non mi renderà cattivo” sei puntate – dal 9 giugno rilasciate su Netflix, con le belle musiche di Giancane – che nelle intenzioni dell’autore voleva rappresentare la sua Roma in maniera “complessa ed umana” e senza manicheismi.
Roma giorni nostri nel quartiere di Zerocalcare (doppiato dallo stesso Zerocalcare), un gruppo di Nazi tenta di mobilitare l’opinione pubblica contro un centro di accoglienza per extracomunitari che a loro dire impedirebbe la vita scolastica di una scuola per bambini. Zero, l’eterno suo faro morale (Sarah), Secco – che è perso tra i suoi bomboni ed i gelati – vivono la realtà di Tor Sta Ceppa e vorrebbero accollarsi un’opposizione democratica alla rivendicazione neonazista. Ma questa volta dall’altra parte c’è Cesare un ragazzone amico di Zero che si è salvato dalla Comunità di recupero per tossicodipendenti ma che si è integrato, poi, con i facinorosi destrorsi. Anche Sarah che in quella scuola ci lavora è indecisa. Insomma tutto porta Zero a dilaniarsi l’animo spinto da una voglia di dire qualcosa nel talk “A na’ certa show” ed il consiglio della sua coscienza – l’armadillo con la voce di Valerio Mastandrea – che gli consiglierebbe di soprassedere borghesemente.
Cosa succederà lo lasciamo ai molti visualizzatori di questa serie, che potranno farsi un’idea di a che punto è la notte di questa democrazia traballante simboleggiata da un quartiere di Roma. Michele Rech continua con questa sua nuova opera ad essere il rappresentante della sua generazione che ciondola tra gli effetti del pacchetto Treu, non prendendosi molto sul serio, ma imparando giorno dopo giorno a cercare di venire fuori dagli immobilismi. Più che un continuo di segni grafici che fanno delle immagini, la forza dell’arte di Rech è quella dei balloon che cercano di dare senso alle parole svuotate con un lettering dell’anima.