«Mi hanno distrutto la carriera perché ho rivelato il mio orientamento sessuale. Dentro la Federazione, ci sono leader che fanno parte di questo sistema»

Nicolas Pottier, ex arbitro francese, ha rilasciato due interviste a due importanti quotidiani, So Foot e l’Equipe, e ha denunciato le molestie e delle persecuzioni sessuali che ha dovuto subire durante la sua carriera da arbitro in Ligue1. La denuncia di Pottier non è tanto relativa alla sua omosessualità ma al fatto che lui ha reso pubblico il proprio orientamento sessuale. Lui dichiara che nel mondo arbitrale francese ci sono tanti omosessuali ma vogliono che tutto resti segreto.
A l’Equipe oggi ha ripercorso la sua carriera:
«Sono stato assistente arbitro in L1. A causa dei miei rapidi progressi, sono stato chiamato il “Ben Arfa degli arbitri”. Sono arrivato molto rapidamente in L1. Intendevo vivere la mia vita com’era, liberamente, e mi sono registrato su siti di incontri omosessuali e da lì è cominciata la mia distruzione. Sono stato insultato, minacciato, vittima di intimidazioni. Mi sono reso conto che su questi siti non ero l’unico arbitro. La mia carriera è durata sette anni e ho arbitrato quattro anni, tra i due sono stato fermo per due anni a causa del morbo di Crohn. Ho ricominciato nel 2013, ma a gennaio 2014, dopo sei mesi, ho deciso di smettere. Non mi riconoscevo più in quest’ambiente».
Di ieri l’articolo di So Foot nel quale rivelava le molestie subite e gli insulti ricevuti:
«La mia omosessualità ha rapidamente rappresentato un problema nel mondo degli arbitri. Ero un’anomalia del sistema. Nella direzione tecnica degli arbitri ci sono gli omosessuali, nella commissione arbitrale federale ci sono gli omosessuali, tra gli osservatori ci sono gli omosessuali, e tutta questa bella gente instaura da dieci anni un sistema di discriminazione che favorisce gli arbitri gay a scapito degli altri».
Il riferimento, scrive So Foot, è al caso Daniel Galletti, il capo degli arbitri dell’Ile-de-France licenziato nell’estate del 2022 perché prometteva giudizi positivi in cambio di messaggi sessuali.
«Ma dove il sistema brilla davvero per la sua perversità è che questi signori non lo accettano affatto!. Insistono sul fatto che la loro omosessualità rimane segreta e nascosta, in modo da non essere stigmatizzata, e sono pronti a distruggerti se non ti conformi».
Un sistema marcio quello descritto da Pottier:
«Ma dove il sistema brilla davvero per la sua perversità è che questi signori non lo rivelano affatto! Insistono nel mantenere la loro omosessualità segreta e nascosta, per non essere stigmatizzati, e sono pronti a distruggerti se non rispetti la loro scelta. Sento di dover parlare, a nome di tutte le vittime silenziose del mondo dello sport che sono schiacciate da un sistema opaco, perverso e superato, che subisce metodi dittatoriali della sua organizzazione arcaica e delle sue vecchie idee. Per me è troppo tardi, ma voglio proteggere i più giovani e la libertà di parola, mostrando loro che la paura non può vincere».
Abbastanza per far luce sulle zone grigie e sulle pericolose relazioni dell’arbitrato francese, che resta segnato dai suicidi di due arbitri, Stéphane Duhamel nel 2012, e Stéphane Moulin nel 2020.
A l’Equipe ha rivelato di aver denunciato qualcuno per stupro:
«Ho sporto tre denunce. Una contro X per stupro di cui sono stato vittima il 16 maggio 2009 durante una serata di festa dopo la partita Grenoble – Nancy. Un’altra per molestie morali e sessuali nella mia vita professionale e l’ultima per molestie morali e sessuali nella mia vita personale. So chi c’è dietro a questi episodi, ho una serie di prove, oltre 200 messaggi di minacce. Ho un’idea di chi sono le persone che mi hanno fatto questo. Ci sono diverse persone che partecipano a questo sistema e che fanno ancora parte degli arbitri»
Il quotidiano francese incalza:
“Alla Federazione e presente oggi (ieri) all’Assemblea Federale?
«Sì»”.
Leader attuali?
«Sì».