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Metti un pomeriggio agli Scavi di Ercolano, tra barche, case patrizie e ornamenti preziosi

Tredici euro per l’ingresso in un mondo tutto da scoprire. Da visitare la mostra permanente “SplendOri – il lusso negli ornamenti – ad Ercolano”

Metti un pomeriggio agli Scavi di Ercolano, tra barche, case patrizie e ornamenti preziosi

Metti un pomeriggio agli Scavi di Ercolano: un sito in crescita che già dal portale di entrata – su Corso Resina – dà l’idea di una realtà funzionante (i vigili urbani presenti fuori danno informazioni anche sul parcheggio). Dopo l’ingresso nell’ampio vialone si raggiunge con un breve anello sinistra-destra la biglietteria: 13 euro l’entrata e già si possono ammirare i bronzi della Fonderia Chiurazzi, insieme ad un bookshop che contiene anche qualche chicca libraria: segnaliamo tra i tanti la pubblicazione di Carlo Giordano e Isidoro Kahn, “Testimonianze ebraiche a Pompei Ercolano Stabia (Bardi editore)”. Poi inizia il percorso che nell’Antiquarium – che dopo resti dell’antica arte della pesca, sembra qui preferita a quelle delle Terme – accoglie la prima eccezionalità; una barca-gozzo ben conservata – dopo il restauro del 2007-2008 – di 9 metri, fatta di fasciame di pino a poppa, e nel secondo fasciame in Ontano. Le ordinate sono in faggio, ma sono presenti nel fasciame anche tracce di quercia.

Dopo la visione della barca si passa ad una delle meraviglie del sito: la mostra permanente “SplendOri – il lusso negli ornamenti – ad Ercolano”: qui spiccano dei manufatti – su tutti dei bracciali d’oro a forma di serpenti o con ornamenti floreali – che sono pezzi unici, simbolo della straordinaria perizia di questi orafi ercolanensi.

“La classe dirigente ercolanese era infatti composta da famiglie aristocratiche e da ricchi liberti, ma il ceto medio era formato da commercianti ed artigiani che a giudicare dalle monete e dai preziosi recuperati nelle case, nelle botteghe e tra i corpi dei morti testimoniano del benessere diffuso che si materializzava nel lusso (A. Maiuri)”.

Poi via alla vera visita: quella tra le molte case patrizie (47) diffuse tra le insulae ed i cardina tenute assieme dal Decumano maior. Termopolia che intervallano il Gimnasium e la Casa degli Augustali con i due affreschi meglio conservati ancora in loco: “Eracle e Acheloo” ed “Eracle nell’Olimpo”. La più bella Domus: quella del Bicentenario, ma bighellonando tra le altre i mosaici di alcune fanno pensare a destinazioni termali domestiche ed alcune tipologie di casa – doppio atrio, casa del bel cortile – richiamano modelli, come quello della scala laterale che porta ad un balcone che sono poi stati reiterati in alcune tipologie anche coloniche contemporanee.

Si esce contenti da Herculaneum tra una schiera di turisti stranieri accompagnati dalle nostre preparatissime guide turistiche regionali. Scherziamo con alcune ragazze mostrandole i termopolia, fast food di un tempo vegano ante litteram…

 

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