Tsitsipas senior alla Süddeutsche: “È stato un miracolo. I genitori sbagliano a offrire la via d’uscita più semplice ai loro figli”

Apostolos Tsitsipas è forse il “papallenatore” più famoso del tennis. Padre e allenatore di Stefanos Tsitsipas, uno che ha vinto le Finals nel 2019, ha giocato due finali Slam. E’ anche a capo di un vero e proprio clan: la famiglia Tsitsipas. La Süddeutsche Zeitung che l’ha intervistato, la definisce “una cricca tennistica eccezionale. La moglie di Apostolos, Julia (nata Salnikova), era una delle migliori giocatrici dell’ex Unione Sovietica. Suo padre Sergei era un calciatore e vinse l’oro olimpico con l’Unione Sovietica nel 1956. Stefanos è il maggiore dei suoi quattro figli, mentre anche Petros, Pavlet ed Elisaveth giocano a tennis.
Papà Tsitsipas parla del tennis, del suo ruolo di allenatore e di padre. E mescola tutto buttandola in filosofia. “Come allenatore – dice – sei soprattutto un insegnante. Insegni al talento a vivere. È più importante che insegnare a giocare a tennis. Ho sempre voluto che anche Stefanos fosse una persona decente. Stefanos preferisce risolvere i problemi da solo. A volte non è facile per me. Se fossi solo il padre, saprei cosa fare. Ma sono anche il suo allenatore e questo è il mio problema. Devo bilanciare questi due ruoli. A volte dimentico che è mio figlio. Questa è la parte difficile del mio lavoro. Voglio anche fare bene nel mio lavoro di allenatore. Ma quando non sta bene in campo, soffro soprattutto come padre.
“Ai genitori non piace vedere soffrire il proprio figlio. Come professionista del tennis, è spesso esposto a periodi di stress. Ma se vuole raggiungere gli obiettivi, dobbiamo capire: il modo corretto è un modo difficile. Non nel modo più semplice. A volte noi genitori commettiamo l’errore di dare ai bambini la facile via d’uscita. Dico sempre a Stefanos: se vuoi ottenere qualcosa, prendi la strada difficile! Devi essere preparato per gli ostacoli”.

2022 Londra (Inghilterra) – Wimbledon / foto Imago/Image Sport
nella foto: Stefanos Tsitsipas ONLY ITALY
Anche lui racconta di quella volta che lo salvò dall’annegamento, quando Stefanos aveva 16 anni. “È stato un miracolo che sia sopravvissuto. Eravamo a Creta, quel giorno il tempo era brutto, una tempesta aveva completamente agitato il mare, c’erano correnti ovunque. Era comunque autunno inoltrato, quindi niente turisti sulla spiaggia. Erano usciti a nuoto, ma non sono riusciti a tornare indietro. Ho visto subito che stavano combattendo per le loro vite. Dovevo decidere in pochi secondi. Era certamente un istinto di sopravvivenza, ma non vedevo altra scelta che buttarmi subito in mare. Li ho afferrati, ovviamente entrambi erano completamente esausti. Ma lo ero anch’io. Quelle erano sensazioni che non vorresti mai provare nella tua vita. L’altro ragazzo stava per perdere conoscenza. In qualche modo siamo arrivati alla spiaggia. Siamo grati ogni giorno. Ci svegliamo, vediamo il sole. Ci sentiamo benedetti”.