Il Napolista ha potuto assistere alla prova orale per il concorsone, tra test di napoletanità e domande a trabocchetto
In 4.328 s’erano presentati ai cancelli di Castelvolturno per il maxi-concorsone. Il bando diceva “uno posti da capo allenatore dell’SSC Napoli a tempo determinato”. Un migliaio aveva deviato per i provini di XFactor. Il resto sudava ordinatamente impilato nelle file, composte per ordine alfabetico: dalla A di Allegri alla Z di Zeman. Da Eziolino Capuano a Jürgen Klopp, nessuno voleva mancare l’appuntamento. Fa curriculum comunque, argomentavano i meno motivati. Dalle forche caudine delle prove scritte sarebbero usciti indenni solo in 40. I test psico-attitudinali hanno ulteriormente scremato la rosa dei pretendenti al trono di Spalletti. Oggi è il giorno dei colloqui orali. In 22 contro 1. L’uno è il Presidente in persona.
L’aria è intrisa di tensione. Un famoso tecnico spagnolo è uscito in lacrime. “Che ti hanno chiesto?”. Non ha risposto, ed è fuggito via.
– Garcia Rudi. È presente Garcia Rudi? Si metta comodo, prego.
– Mi siedo qui?
– Sì, è la poltrona-sacco di Fracchia la belva umana. Ma di Neri Parenti parliamo dopo…
– Bonjour monsieur le president
– Lei è Italiano?
– Ehm… no. Però ho origini spagnole, se può valere qualcosa.
– Non è Italiano Vincenzo?
– No
– Cominciamo male…
– Ma ho visto tutti i film di Carlo Verdone… (a Garcia trema la gamba sinistra, continua a giochicchiare con la fede al dito)
– Lei porta una tesina dal titolo “Dalla buatta al crocché, perché il napoletano parla francese e non lo sa”. È un titolo curioso, ammiccante.
– Je suis napoletan. Devoto a Partenope e San Gennaro
– Garcia, questo è leccaculismo. Ma mi piace…
– Ho allenato Cristiano Ronaldo in Arabia Saudita. Sono rotto a tutto.
– Garcia mi parli del 4-3-3
– Il 4-3-3 non è un modulo. È uno stato dell’anima. Un modo di approcciare alla vita. Se il mondo giocasse col 4-3-3 non esisterebbero più le guerre e le carestie. Mi sveglio al mattino e penso ai tagli di Callejon dietro la difesa.
(De Laurentiis si commuove, chiede un fazzoletto. Poi licenzia chi gliel’ha portato)
– Meglio vincere giocando male o perdere giocando benissimo?
– Lo sapeva che Napoleone a Waterloo finì la battaglia col 72% di possesso palla? Mister Spallettì ha cambiato la storia. E io sono pronto a continuare il suo lavoro. Ho venduto la Megane e ho comprato una Panda.
– Se le dicessi che le posso prendere Haaland, ma lui odia il 4-3-3?
– Sono obiettore di coscienza. Quattro difensori, tre centrocampisti e tre attaccanti. È tutto quello che so dell’amore.
– Crede nella figura del direttore sportivo?
– Bah, credere è una parola grossa… diciamo che lo stimo
– Leggo nei suoi carichi pendenti che ha allenato la Roma…
– Sono uscito con l’indulto. Trigoria è bella ma non ci vivrei. Ma la pizza romana era molto buona
– Facciamo un test di napoletanità… estragga un numero dal panariello, prego
– 79… o’ mariuo… LA JUVE!
– Bravo. Test numero 2: sta girando da un’ora in cerca di parcheggio, è in ritardo. Che cosa fa?
a) lascia la macchina in terza fila col cartello “torno subito”
b) torna a casa, prende la metro, ammira la stazione di via Toledo per 45 minuti e poi chiama per avvertire che arriverà l’anno prossimo
c) si fa rubare la macchina
– È un quesito a trabocchetto eh? Uomini forti, destini forti. Lascio la macchina in terza fila con le chiavi nel quadro, perché questo è un popolo d’amore, come diceva Bellavista. Facciamo il Presepe. Mi fido
– I Pirenei o la Marsica? Villafranche o Castel di Sangro?
– Abruzzo on my mind. Ritiro al pratone di Roccaraso, potenziamento sui gonfiabili.
– Bus della squadra o taxi da ammutinamento?
– In scooter senza casco come Ultimo
– Chi inviterebbe a cantare al suo matrimonio? E perché proprio Gigi D’Alessio?
(Garcia si sforza di ricordarsi il ritornello di Fotomodelle un po’ povere)
– “Se a dummeneca magnamm semp’ e’ treee, se giuramm che adda murì mammaaaaa”
– La vedo bello motivato Garcia. Lo sa vero che quest’anno tocca vincere la Champions? Mi serve uno che sappia come si fa…
– Presidente, lì fuori c’è un portoghese che dice di averne vinte un sacco, di coppe. Non gli creda. Quello beve, vatte la moglie. È devoto al 5-3-2.