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Tamberi: «Capisco Jacobs. Finché vinci sei un supereroe, se smetti diventi super vulnerabile»

«Attraversa un periodo difficile. È stato attaccato sui social, anch’io chiusi le comunicazioni. Quando non si sta bene, si viene assaliti da tanti dubbi».

Tamberi: «Capisco Jacobs. Finché vinci sei un supereroe, se smetti diventi super vulnerabile»
Tokyo (Giappone) 01/08/2021 - Atletica Leggera 100 mt / Olimpiadi Tokyo 2020 / foto Imago/Image Sport nella foto: Marcell Jacobs-Gianmarco Tamberi

Gianmarco Tamberi torna in pista, negli Europei a squadre che iniziano venerdì in Polonia. Ieri ha parlato con alcuni quotidiani in un’intervista via Zoom. Innanzitutto Tamberi spiega come hai ha deciso per la Nazionale.

«Uno dei motivi, a parte quello tecnico, che mi ha convinto è stato il richiamo della Nazionale: non volevo perdermi lo spirito di squadra anche se confesso sarà una scommessa rimettermi in gioco subito già in questa manifestazione».

In questi mesi Tamberi è rimasto in disparte: niente gare indoor e niente Golden Gala a Firenze.

«Con il mio team ci siamo un po’ isolati a causa dei profondi cambiamenti cui ero andato incontro dopo il divorzio tecnico da papà. Non volevo incomprensioni. La Fidal mi aveva inizialmente chiesto di accettare la convocazione per Chorzow, io avevo risposto che non sarebbe stato opportuno esordire in una competizione il cui regolamento prevede massimo quattro errori in totale. Era un rischio per me e per l’intera squadra. Poi il test fatto ad Ancona mi ha convinto anche sul piano emotivo: ho ritrovato tanto entusiasmo e la voglia di respirare l’atmosfera agonistica. Tornare a saltare subito con la maglia azzurra mi dà emozioni. Oggi stesso parto per la Polonia. So bene che è una scommessa questa prima gara, ma vado con la carica giusta».

Da lì valuterà:

«Noi atleti siamo o supereroi o super vulnerabili. In mezzo non c’è quasi niente».

Su Jacobs, che sta attraversando un periodo non facile.

«Lo capisco, è l’incertezza che ci devasta. Attraversa un periodo difficile e nessuno meglio di me può capirlo. Se siamo a posto fisicamente e siamo di sicuri di noi possiamo contrastare e rilanciare qualsiasi provocazione, se non abbiamo idea di quando staremo davvero bene ci mettiamo sulla difensiva. Io lo faccio. Immagino come si senta Marcell: uno sportivo tanto in vista suscita reazioni estreme non appena il suo percorso si discosta minimamente da quello che gli altri considerano ideale. Gli ho scritto di non avere paura, di non mettere in discussione la strada che ha scelto. È stato attaccato sui social, anch’io a un certo punto chiusi le comunicazioni. Quando non si sta bene, si viene assaliti da tanti dubbi. Finché vinci sei un super eroe, se smetti diventi super vulnerabile. Deve insistere, senza temere di aver commesso errori».

Chi è il favorito ai Mondiali?

«Di sicuro Mutaz Barshim: è il più forte della storia. Un gradino sotto metterei Harrison, Woo e il neozelandese Kerr».

E Tamberi dove si mette?

«Nel club dei supereroi, non dimenticando che a volte siamo tutti “superfragili”».

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