Al CorSera: «L’avrei voluto per L’uomo che guarda. La segretaria era molto divertita: “L’Avvocato la ringrazia, ma è troppo impegnato”».

Il Corriere della Sera intervista Tinto Brass. Parla di sua moglie, Caterina Varzi, sposata nel 2017: è grazie a lei che è rinato, dopo l’emorragia cerebrale che lo colpì nel 2010 lasciandolo privo di memoria e parola.
«Non ho mai consumato. La conobbi nel 2007. Mi rapì lo sguardo malinconico, sembrava Silvana Mangano. Sono guarito con i suoi spogliarelli alla Kim Basinger, toccavo il suo corpo nudo».
Tinto Brass racconta:
«Le ho detto subito: cara, scordati di frugare nelle mie ossessioni. Per citare Giuseppe Prezzolini, io sono quel pezzetto di carne che mi pende in mezzo alle gambe, e, se si agita abbastanza, mi dà la più piena espressione di me stesso».
A 90 anni, Tinto Brass ha ancora sogni erotici, ma giura di non usare mai il Viagra.
«Ho 90 anni. Ma i sogni erotici non finiscono mai. Il Viagra? Mai!».
Brass ricorda la scrittura per un film che offrì al presidente della Juventus, Gianni Agnelli.
«Sembrava molto dotato, a giudicare dalle foto rubate mentre si tuffava dal suo yacht. L’avrei voluto per L’uomo che guarda, tratto da Alberto Moravia. La segretaria era molto divertita: “L’Avvocato la ringrazia, ma è troppo impegnato”. Cercai di scritturare pure Monica Lewinsky, per difenderla dalle maîtresse à penser che la coprivano d’insulti solo perché avrebbero voluto essere al suo posto nella Sala Orale della Casa Bianca».
Guarda l’hardcore sul web?
«No, me l’ha mostrato Caterina. Non mi pare una cosa bella da vedere. Manca qualsiasi mediazione estetica».
Su Internet i minori che idea si faranno della donna? Tinto Brass:
«Di un oggetto, anziché di un soggetto. Ha perso il mistero. S’è conformata ai modelli pecorecci dei social».
Quando morirà, dice Brass, le sue ceneri saranno sparse con quelle della sua prima moglie.
«Non è stata fedele, era più trasgressiva di me. Praticavamo lo scambismo. Ma con lei ho fatto l’amore per 50 anni, l’ultima volta pochi giorni prima che morisse di tumore. È sepolta qui a Isola Farnese. Vede quell’ampolla in ceramica? È lì dentro. Prima la tenevo in camera mia. Quando morirò, le sue ceneri e le mie saranno sparse nella laguna di Venezia. Uniti per sempre».