Al Paìs: “Il tennis è fatto di rivalità. Ogni volta che gioco contro Sinner alziamo il livello entrambi”

“Djokovic è il migliore. Una volta sola non basta, devo batterlo più volte”. Carlos Alcaraz ha respirato un po’. Sta digerendo il suo primo Wimbledon. E ha concesso una lunga intervista a El Paìs. Nella quale, al solito, non si è nascosto. “Non mi considero un prescelto”, dice. “Mi considero un gran lavoratore”. Ma “l’obiettivo a lunghissimo termine è quello di essere considerato uno dei migliori della storia”.
“I dettagli fanno la differenza. Molti grandi atleti o leggende di tutti i ceti sociali lo dicono spesso: i dettagli sono ciò che fa la differenza e, alla fine, perseguire il proprio sogno, avere la certezza che lo si realizzerà e avere fiducia che lo si realizzerà è cosa fa la differenza e cosa ti fa raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissato. Alla fine, quando sei piccolo, ti è sempre difficile fare alcune cose che non ti piacciono, ma ho imparato che i giorni difficili, i giorni in cui non hai voglia, quelli in cui non hai voglia di allenarti o in cui ti manca la motivazione, contano doppio. Quindi devi alzarti dal letto e sforzarti di farlo. Ho imparato a farlo e penso che sia ciò che sta facendo la differenza e ciò che mi ha portato ad essere dove sono oggi. Non ci sono regali in questo”.
“Devi vedere la realtà ed essere onesto. So che sono un buon giocatore, e non penso che sia arroganza, ma fiducia in se stessi. So quanto sia difficile per i rivali battermi e giocare ad un ottimo livello per così tanto tempo contro di me per riuscire a battermi, e penso che sia una virtù che ho. Si tratta di fidarsi di te stesso. Ogni volta che mi accade qualcosa che non sarebbe dovuto accadermi, imparo ad essere preparato per la prossima volta che accadrà e in modo che non accada di nuovo”.
Alcaraz dice che, pur nella evidente superiorità, il tennis è fatto anche di testa a testa: ogni giocatore e diverso dall’altro. Conferma che contro Sinner si innesca sempre un meccanismo perverso. Che non è una sfida come le altre. “Ho il testa a testa contro Félix AugerAliassime e contro qualche altro giocatore, e ho difficoltà perché alla fine ogni avversario è diverso e alcuni possono farmi più danni di altri. Ogni volta che gioco contro Sinner, ad esempio, lui aumenta il suo livello al cento per cento, e io faccio lo stesso; lui mi ha battuto e io l’ho battuto in grandi battaglie… C’è anche Holger, quindi ci sono molti che possono battermi e schierarsi dalla mia parte. Questo è il tennis”.