Basta guardare i numeri: è dominante nelle “conversioni”, i colpi neutri lui li trasforma in colpi d’attacco. “E’ chirurgico”
Novak Djokovic “trasforma l’aggettivo chirurgico in una forma d’arte“. E per chi ancora stesse cercando di spiegarsi la superiorità totale del tennista serbo – in mancanza d’un colpo formidabile in particolare – con “è il miglior difensore del mondo” beh… ci pensa il Telegraph a smentire.
Simon Briggs, l’inviato di lungo corso del tennis per il giornale inglese, ricorre alle statistiche. Scrive che la metrica da osservare per capire il suo strapotere sono le “conversioni“, ovvero quante volte ribalti uno scambio da difensivo in offensivo e vinci il punto. Da questo punto di vista i numeri non mentono: nel suo ultimo anno ha “convertito” a suo favore il 73,6% dei punti. Stefanos Tsitsipas e Francisco Cerundolo sono al secondo posto (entrambi 71,9) e poi c’è Alcaraz (71,1).
I dati, scrive Briggs, confermano ciò che ci dicono i nostri occhi, ovvero che “sta compensando una perdita di mobilità appena percettibile inseguendo i suoi colpi come un cecchino dagli occhi di ghiaccio. Questo sviluppo è stato esagerato durante gli Australian Open, dove ha avuto problemi con un infortunio al tendine del ginocchio, e ha risposto colpendo il suo diritto con più velocità e cattiveria che mai“.
“Secondo i dati di TennisViz, l’assertività di Djokovic è più pronunciata su quello che i nerd del tennis chiamano il tiro “+uno”, il primo colpo da fondocampo che il battitore mette a segno in uno scambio. Tradotto: trasforma dei colpi che per altri sono “neutri”, di transizione, in colpi d’attacco. “E questo potrebbe darci un indizio sul motivo per cui Djokovic ha tradizionalmente avuto più difficoltà a vincere tornei su terra battuta (ha vinto “solo” tre Open di Francia) rispetto a quelli su erba (sette volte campione di Wimbledon)“.
“Su un campo in terra battuta, il rimbalzo lento dà a un giocatore agile più possibilità di disinnescare questo primo attacco di Djokovic, ricostruire lo scambio e magari sorprenderlo con un proprio contropiede. L’erba, tuttavia, è tutta una questione di primo colpo. È molto difficile difendersi a Wimbledon a causa del modo in cui la palla scivola dopo il rimbalzo”.
Non peraltro per il Telegraph, al netto di eventuali infortuni, Djokovic è destinato a vincere tutti gli Slam o quasi ancora per un paio di anni.