Casini esulta ma non si è chiesto perché mai Ancelotti non sia finito sulla panchina dell’Italia al posto di Mancini, il ct confuso e infelice.
Carlo Ancelotti sarà il commissario tecnico del Brasile dal 2024 e l’Italia si mangia le mani. Lo scrive Leonardo Iannacci su Libero.
“il tecnico italiano più di esportazione e vincente è diventato “Carletto do Brasil” per guidare la nazionale più emozionante e medagliata di sempre: quella verdeoro. Un fatto epocale. Dal 1965 la squadra cinque volte campione del mondo, ma a digiuno dal 2002 è stata nelle mani, talune sapienti (Zagalo, Scolari e Parreira), ma altre un po’ meno (Tite), di allenatori nati a Rio e dintorni. L’ultimo straniero fu l’argentino Filipo Nunez, uno sconosciuto che, per usare un eufemismo, ebbe scarso successo visto che guidò la nazionale soltanto per una partita”.
Ancelotti ha accettato “l’ennesima sfida di una carriera inarrivabile” e ha detto sì alla Federcalcio brasiliana.
“Agli amici di Milano Marittima, Sacchi in testa, Ancelotti aveva più volte confessato che l’unica cosa che gli mancava nella vita era la panchina di una nazionale. Tutti, Arrigo in testa, pensavano intendesse quella azzurra, e sarebbe stato un colpo grosso considerando gli ultimi due anni della gestione Mancini. Il ct confuso e infelice”.
Libero si sofferma anche sulle dichiarazioni del presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, che ieri, durante il sorteggio per il calendario del campionato, ha detto:
«È una notizia straordinaria, un riconoscimento per tutto il calcio italiano. È l’allenatore che ha vinto di più, noi aspetteremo felici il suo ritorno in Italia».
“però non si è chiesto perché mai questo grande tecnico non sia finito sulla panchina dell’Italia”.