Cairo: «Credo che l’asta dei diritti tv andrà molto meglio di quello che si pensa»
«Oggi è più difficile perché hai spazi occupati sui mercati esteri da Premier e Liga, ma credo il fatto di avere una certa elasticità sia apprezzata dai broadcaster»

Db Torino 15/08/2021 - Coppa Italia / Torino-Cremonese / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Urbano Cairo
Durante la presentazione di oggi dei palinsesti de La7, il presidente di Rcs e Torino, Urbano Cairo, è tornato a parlare del calcio italiano
«Secondo me la situazione del calcio italiano è tutto sommato positiva. Credo che nel ranking siamo cresciuti come campionato. Siamo al secondo posto grazie anche ai buoni risultati ottenuti dalle squadre italiane nelle Coppe.
Forse un po’ di fortuna nei sorteggi, però arrivare con tre finaliste nelle tre competizioni importanti non è una cosa da trascurare. Credo che il calcio italiano abbia un grande potenziale sempre. Dobbiamo fare degli interventi, delle cose vanno migliorate e credo che stiano lavorando per questo perché dei correttivi devono esserci da tanti punti di vista».
Cairo si è detto convinto che l’asta per i diritti tv «andrà molto meglio di quanto ci si attenda».
«Devi avere dei benchmark vedere cosa hanno fatto quelli che hanno fatto meglio di te; nel 2012 il calcio italiano aveva diritti televisivi intorno ai 900 milioni, la Premier League era un miliardo 350, la Liga era 700 milioni, la Bundesliga 500 milioni, quindi eravamo posizionati benissimo. Poi abbiamo perso tempo. La Liga ha sviluppato e diffuso il prodotto nel mondo raccogliendo cifre importanti, circa 900 milioni rispetto ai nostri attuali 250»
Senza però dimenticare la concorrenza di campionati come la Premier
«oggi è più difficile perché hai spazi occupati sui mercati esteri da Premier e Liga, ma credo che nella vendita dei mercati televisivi per il prossimo ciclo, il fatto di aver allungato da tre a cinque anni, come ipotesi. Il fatto di dare disponibilità per esempio per quello che riguarda la partita in chiaro del sabato, di avere una certa elasticità credo che sia apprezzata dai broadcaster e che l’asta andrà molto meglio di quanto ci si attenda. Chiaramente avere risorse vuol dire poter reinvestire»