Il quotidiano parla di indiscrezioni. Il dato è ancora lontano dai 900 milioni che la Lega Serie A sarebbe disposta ad accettare
Ieri c’è stata una fumata nera nella trattativa per i diritti tv della Serie A. La Lega Serie A ha respinto le offerte, poiché non congrue rispetto alle aspettative. La Lega aveva come obiettivo quello di 1,5 miliardi ma si è ridimensionata puntando almeno ad arrivare a 900 milioni l’anno. Il Sole 24 Ore scrive che stando alle indiscrezioni le offerte arrivate dalle tv sono di circa 700 milioni. Il quotidiano scrive:
“Sul tavolo resta la distanza fra i circa 700 milioni che sarebbero arrivati dalle offerte (la cifra però non è stata comunicata ed è frutto di sole indiscrezioni) e gli almeno 900 milioni annui necessari. Il compito di far andare al proprio posto le tessere del mosaico spetterà alla Commissione che si è creata all’interno della Lega. Prossimo appuntamento il 14 luglio. Non è detto che sia decisivo, in attesa della tagliola (quella sì) del 2 agosto”.
Qualche giorno fa anche Il Giornale scriveva di una cifra attorno ai 700 milioni l’anno per i diritti tv.
“La Lega s’è data l’obiettivo di 1,2 miliardi, decisamente ambizioso, anzi velleitario, alla luce del trend. E infatti le offerte raccolte in busta non sarebbero andate oltre i 700/750 milioni. Il dato reale è segreto, mentre pare sbagliato quello diffuso nei giorni scorsi da De Laurentiis (600 milioni). L’auspicio dei club è di chiudere un nuovo contratto in linea almeno con quelli precedenti. Di sicuro la Lega sperava che il suo bando, con un’offerta di pacchetti quanto mai varia (8), attirasse qualche soggetto in più, come Prime e la Rai, che poteva ambire alla partita in chiaro, ma che invece non ha valutato vantaggiosa l’operazione (la base d’asta era di 180 milioni). Ciascuna tv ha già il suo palinsesto e il calcio, nonostante faccia ascolti e fatturato, è decisamente un prodotto caro. La stessa Mediaset, chissà fino a dove potrà alzare la propria offerta, considerando le forti produzioni di Maria De Filippi, tradizionalmente in calendario il sabato sera. C’è il rischio che la partita in chiaro resti solo un’opportunità, senza che si concretizzi veramente. E del resto, i soggetti pay non possono certo vederla di buon occhio”.