Al Chiringuito: «Sapevo che c’erano soldi per prendere 2-3 calciatori e invece… Il Valencia è stato fortunato a non retrocedere»

Gattuso ha lasciato il Valencia da un anno, ma nonostante questo ringrazia i tifosi e il club spagnolo per l’esperienza realizzata. In un’intervista al Chiringuito ha raccontato tutto.
Dei tifosi del Valencia
«Mi ha colpito l’affetto dei tifosi, sapevo dal primo giorno che sarebbe stato un compito difficile. Per me è stato un grande onore lavorare in una grande squadra».
Del calcio che si respira al Mestalla
«Un club con la sua grandezza deve dare importanza a tutto, non si possono fare le cose a metà. Con 48.000 persone allo stadio, una squadra che quando entra negli spogliatoi sa di giocare al Mestalla, sente il profumo della città dello sport e bisogna rispettarlo».
Di come la gente respiri calcio
«A 360 gradi, proprio come lo vivo io. LaLiga è difficile. Se guardi come ha giocato il Valencia nel finale, capisci che sono stati anche fortunati a restare nella massima divisione».
Della sua esperienza al suo arrivo
«Non mi sono fatto prendere in giro ma a stagione già iniziata, ultimi tre giorni di mercato, sono partiti Carlos Soler e Guedes, due giocatori importanti. Sapevo che c’erano soldi quando è iniziato il mercato, dovevamo ingaggiare due o tre giocatori e invece non è arrivato nessuno».
Del rapporto con Peter Lim e dell’impegno di Gattuso
«Non volevo che la gente pensasse che stavo allenando il Valencia perché ero un amico di Peter Lim. Sono un professionista, sono uno a cui piace il calcio».