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Il Vesuvio se ne va in giro a Salerno, a Verona, a Bergamo, sul petto dei campioni d’Italia

Aurelio ha lasciato a Valentina la libertà di ricomporre, definitivamente, una spaccatura morale ed ideale, tra club e tifosi

Il Vesuvio se ne va in giro a Salerno, a Verona, a Bergamo, sul petto dei campioni d’Italia

Il protagonista delle curve italiane finalmente si mostra sulle maglie bianche del Napoli. Quelle da trasferta, quelle in cui il Vesuvio esalta le litanie curvaiole. Un passo avanti, Aurelio determina i tempi più che anticiparli. Le maglie vintage, l’azzurro limpido e il tricolore che ritorna dallo scudetto al giro collo, al giro manica. L’identità impressa sui colori che faranno il giro del mondo poiché ad Aurelio l’Italia sta stretta così come alla città di Napoli sta stretta l’Italia. L’identità servita al popolo come gratitudine, retorica da offrire ai tavolini degli opinionisti, mero chiacchiericcio da servire ai cinguettii nordici. Aurelio ha sfornato l’ennesimo capolavoro lasciando gli occhi a Valentina e alla sua libertà di ricomporre, definitivamente, una spaccatura morale ed ideale, tra club e tifosi.

Il Vesuvio se ne va in giro a Salerno, a Verona, a Bergamo, a Torino, a Roma, a Cagliari, sul petto dei campioni di Italia. Ora si che quei cori avranno un’immagine a cui riferirsi così come il Vesuvio avrà una nuova cartolina in cui mostrarsi: la seconda pelle di Napoli, il pallone.

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