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Jacobs a un mese dal Mondiale: «Lunedì riprendo ad allenarmi a pieno regime, sensazioni buone»

Alla Gazzetta. È stato in cura quattro settimane a Monaco di Baviera. «I tre turni in 24 ore? Non ho paura di farmi male. Meglio di una gara secca»

Jacobs a un mese dal Mondiale: «Lunedì riprendo ad allenarmi a pieno regime, sensazioni buone»
USA's Noah Lyles (R) runs to first place ahead of Italy's Lamont Marcell Jacobs in the men's 100m event during the IAAF Diamond League "Meeting de Paris" athletics meeting at the Charlety Stadium in Paris on June 9, 2023. (Photo by Jeff PACHOUD / AFP)

A un mese dai Mondiali di Budapest, parla Marcell Jacobs. Lo fa alla Gazzetta dello Sport che scrive:

Non sarà in gara fino a sabato 19 agosto, giorno della batteria dei 100 dei Mondiali di Budapest. Marcell Jacobs – una sola uscita nella stagione all’aperto, venerdì 9 giugno nella tappa di Diamond League di Parigi culminata con un anonimo settimo posto in 10”21, primo piazzamento da podio mancato dopo 32 mesi e 51 gare – è ancora costretto ai box.

Marcell, come sta?

«Meglio, vorrei dire bene. Lunedì riprenderò ad allenarmi a pieno regime e sarò più preciso, ma le sensazioni sono buone».

Può riassumere quanto fatto nell’ultimo periodo?

«Insieme al mio team guidato da coach Paolo Camossi, ho trascorso quattro settimane a Monaco di Baviera, l’ultima quella scorsa. Lì lavora il dottor Hans Wilhelm Müller-Wohlfahrt, che mi ha seguito giorno per giorno. Non che non mi fidi degli specialisti italiani, anzi. Ma lui è professionista riconosciuto a livello mondiale. Non faccio i nomi, però in quei giorni ho visto passare da lui cinque o sei attuali super big internazionali».

«Il fastidio tra gluteo e quadricipite che mi bloccava la schiena era figlio di una piccola compressione vertebrale che portava a un’infiammazione un po’ subdola del nervo sciatico, di non facile individuazione. Il dottor Müller mi conosce dal 2017: da allora, stagione olimpica a parte, per un motivo o per l’altro sono stato da lui tutti gli anni».

Le basterà il mese scarso a disposizione per essere al top?

«Un paio di settimane in più avrebbero fatto comodo, ma di solito entro in forma in fretta. Una gara preMondiali? Accelerare i tempi non avrebbe senso. Se devo rischiare, meglio farlo quando conta. Mi rifarò dopo».

Non teme i tre turni in 24 ore?

«Non ho paura di farmi male. E per adattarmi e carburare, saranno meglio di una gara secca. Proprio agli ultimi Europei sono arrivato dopo un lungo stop: ho chiuso con l’oro al collo».

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