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Kharlan: «Forse un giorno il mio gesto farà storia, mi hanno scritto dal fronte per ringraziarmi»

A La Repubblica: «È ingiusto che i russi gareggino, sono dei killer. Il giorno prima avevo anticipato il mio gesto al presidente e mi aveva dato un parere positivo».

Kharlan: «Forse un giorno il mio gesto farà storia, mi hanno scritto dal fronte per ringraziarmi»
Ukraine's Olha Kharlan (L) and Russia's Anna Smirnova, registered as an Individual Neutral Athlete (AIN), compete during the Sabre Women's Senior Individual qualifiers, as part of the FIE Fencing World Championships at the Fair Allianz MI.CO (Milano Convegni) in Milan, on July 27, 2023. (Photo by Andreas SOLARO / AFP)

Ieri la schermitrice ucraina Olga Kharlan è stata squalificata per essersi rifiutata di salutare l’avversaria, la russa Anna Smirnova, al termine dell’incontro ai Mondiali di scherma che si stanno disputando a Milano. Invece di stringerle la mano, ha presentato la sua sciabola in modo che le lame si scontrassero, un gesto comune nelle stanze delle armi al culmine della pandemia di Covid-19. Di fronte a questo rifiuto con una stretta di mano, Anna Smirnova ha protestato e si è rifiutata di lasciare la pedana per quasi un’ora dopo la fine del match.

Oggi La Repubblica intervista la Kharlan.

«È ingiusto che i russi gareggino, che noi dobbiamo affrontare gente che rappresenta quel paese. È ingiusto che loro siano in Italia, che gli siano stati concessi i visti. Non distruggono solo il mio paese, la sua gente, sono dei killer: ora distruggono anche la nostra scherma. È un fatto».

La Kharlan è rassegnata alla squalifica, che prevede lunga.

«Mi aspettano due mesi di squalifica, ma credo saranno di più. E pensare che il giorno prima avevo anticipato il mio gesto, e un dirigente di altissimo livello mi aveva dato un parere positivo. Chi? Il presidente (Emmanuel Katsiadakis, n.1 ad interim al posto dell’oligarca Aliser Usmanov, sospeso, ndr)».

Secondo lei è stata una decisione politica? Kharlan:

«Naturalmente. Quando hanno deciso di riammettere i russi come neutrali, ho chiesto alla federazione: “Se lo sono davvero, devono firmare una carta che prova la loro neutralità”. Ho visto una foto di questa atleta, Anna Smirnova, che ha un fratello al fronte, che combatte in Ucraina. Ora lei ha cancellato quella foto, ma il problema resta. Dovrebbero essere neutrali, ma non lo sono. Sono supportati dal governo. Non possono dire niente perché sono spaventati. Hanno le famiglie lì, ok, ma allora che dire se gli ucraini non vogliono stringere loro la mano?».

La Kharlan continua:

«È una merda questa guerra, ma forse un giorno il mio gesto farà storia, e avrà aiutato a cambiare il sistema».

Nel tennis russe e ucraine giocano, anche se non si stringono la mano: cosa vi manca nella scherma?

«Nella Wta hanno cambiato la regola, e lasciano che le giocatrici non si stringano la mano. Nella Fie non succede perché sappiamo come vanno le cose qui… Non potevo comportarmi diversamente: prima dell’assalto ho pensato alla gente che muore, e mi sono detta: “questo è il mio nemico e devo affrontarlo”. Non mi pento, mi hanno scritto anche dal fronte per ringraziarmi».

 

 

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