Il CorSport traccia un profilo dell’obiettivo di mercato del Napoli. Fisico da corazziere e grande abilità tecnica. Un ragazzo maturo, timido ed educato.
Il Corriere dello Sport traccia un profilo di Max Kilman, obiettivo di mercato del Napoli per il post Kim. Un giocatore che “ha fatto dell’improbabile una carriera”.
“È l’unico giocatore della storia della Premier League ad avere collezionato presenze nella nazionale di calcetto (o futsal): ben 25 in tutto. È il primo giocatore in 12 anni a fare il grande salto dal mondo dei dilettanti alla massima divisione inglese. È uno che ha saputo unire gli studi e il calcio, laureandosi in economia e commercio a indirizzo sportivo”.
Kilman è nato a Londra nel 1997, figlio di immigrati: sia suo padre che sua madre hanno un genitore russo ed uno ucraino. Ha fatto parte delle giovanili del Fulham, ma il club lo ha poi scartato quando aveva 12 anni e lui si è imbattuto in una gara di calcetto in un parco londinese.
“E ha deciso di cimentarsi nel futsal a tempo perso. Ma nessun club di peso era disposto ad offrirgli un posto e infatti è finito prima nel Welling United e poi nel Maidenhead (il sesto livello della piramide inglese, un po’ come la prima categoria in Italia). Nel frattempo cresceva come giocatore di futsal ed è arrivato alla Nazionale”.
Il Wolverhampton ha scoperto così Kilman. Il capo del settore giovanile del club ha assistito per caso ad una gara di futsal tra Inghilterra e Galles e si è informato su di lui, tesserandolo a 21 anni, nel 2018.
“Condizione insindacabile? L’addio al futsal. Due stagioni per sgrezzarsi poi due anni e mezzo da titolare in Premier League”.
Il futsal gli è costato la nazionale ucraina.
“L’allora ct Andriy Shevchenko infatti lo aveva convocato nel 2021, ma la Fifa si è opposta per il passato di Kilman come nazionale inglese di futsal. Un caso che ha fatto giurisprudenza”.
Kilman è alto 194 centimetri, ha un fisico da corazziere e una grande abilità tecnica, acquisita proprio grazie al futsal, dove è necessario operare in spazi stretti. Il quotidiano sportivo lo definisce un giocatore interessante, oltre che un ragazzo maturo, timido ed educato. Da quando è nella prima squadra (2020), è stato sempre un punto fermo della difesa dei Wolves, con tre allenatori diversi: Nuno Espirito Santo, Bruno Lange e Julen Lopetegui.