Sul Corsport Alessandro Giudice: “del danno che può arrecare al nostro sistema qualcuno dovrà cominciare a preoccuparsi”

Sul Corriere dello Sport il sempre puntuale Alessandro Giudice scrive di quel che sta accadendo nel calcio con l’Arabia Saudita che sta ingaggiando tantissimi calciatori.
Oggi l’apertura del mercato ai fondi sovrani sauditi regala alle prestazioni dei calciatori stipendi assurdamente maggiori del ritorno diretto da esse generabile per i loro acquirenti.
Nel calcio europeo, i campioni sono pagati milioni perché le loro esibizioni sul prato verde concorrono a generare ricavi chiari, diretti e misurabili sotto forma di diritti tv, incassi da stadio, sponsor. Anzi, delle risorse prodotte dal sistema-calcio la fetta che oggi confluisce nelle tasche di calciatori e procuratori è già largamente superiore alla parte che va a remunerare il rischio d’impresa. Tanto che, come si osserva spesso, i calciatori sono ricchi mentre i club che li pagano sono quasi tutti in perdita.
Un altro aspetto del problema sono i calciatori che palesemente rinunciano a fare ciò per cui svolgono la professione – giocare a calcio – preferendo incassare stipendi che sarebbe impossibile ottenere in un sistema competitivo. Pensiamo tra molti a Milinkovic, Brozovic, Kante, Koulibaly. Prima di loro, ad altre longitudini, Insigne e Bernardeschi scelsero di non competere più, lasciando un campionato serio come la Serie A in cambio di cospicue vagonate di dollari (canadesi) che la negoziazione coi rispettivi club non era in grado di garantire.
È una fuga dal mercato provocata dalla distorsione dei valori economici. (…) Qualcuno dirà che il beneficio sarà misurabile negli anni per l’intero movimento, se lo sbarco di tanti campioni ne favorirà la crescita, ma questo è il ragionamento di un’economia dirigista che dovrà, in ogni caso, confrontarsi col mercato. Intanto, del danno che può arrecare al nostro sistema qualcuno dovrà cominciare a preoccuparsi.