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Linari: «Oggi farei coming out anche in Italia, vorrei che non ci vedessero più come mostri che portano malattie»

A La Repubblica: «Dovrebbe essere la normalità, mi pare ancora assurdo che se ne debba ancora parlare. A volte mi pare di essere tornata indietro nel tempo».

Linari: «Oggi farei coming out anche in Italia, vorrei che non ci vedessero più come mostri che portano malattie»
Rotherham (Inghilterra) 10/07/2022 - Euro 2022 femminile / Francia-Italia / foto Imago/Image Sport nella foto: Elena Linari ONLY ITALY

In occasione dell’avvio della Coppa del mondo femminile in Australia e Nuova Zelanda, La Repubblica intervista Elena Linari, fiorentina che gioca con la Roma, con cui ha vinto l’ultimo scudetto. La Linari dice che la Nazionale si è preparata bene alla sfida di lunedì con l’Argentina, «curando ogni minimo dettaglio» e parla dell’esclusione a sorpresa di Sara Gama.

«Ci ha un po’ sorprese e non è stato facile all’inizio. È una decisione della ct, si è presa le sue responsabilità e dobbiamo rispettarla. C’è amarezza ma anche lo stimolo a compattarci ancora di più: porteremo idealmente Sara con noi per dimostrarle che il gruppo è unito e che se arriveremo in alto sarà anche per merito suo. Le ho scritto un messaggio ribadendole che per me è stato un onore averla come compagna di squadra. Sara è un idolo per tutto quello che ha fatto. È stata il capitano di tante battaglie, ha portato in alto il calcio femminile, si è battuta per maggiori diritti».

Cosa vi ha detto Bertolini? Linari:

«Che niente è scontato e che ognuno dovrà conquistarsi il proprio posto. Queste parole mi hanno caricato: anche se ho tante presenze alle spalle in Nazionale, mi hanno ricordato che dovrò spingere sempre al massimo. Ho appena vinto lo scudetto con la Roma, conquistato il titolo di miglior difensore del campionato. Un onore ma non è mai facile mantenersi ad alti livelli. Voglio aiutare le più giovani adesso».

La Nazionale femminile ha raggiunto il picco di popolarità dopo il 2019. La Linari ne parla.

«Mi piace tornare a casa, a Firenze, da dove sono partita. Ho vinto cinque titoli tra Italia e Spagna e fossi un uomo, non sarebbe possibile neanche uscire di casa per fare la spesa. Invece apprezzo che possa ancora farlo. Per me è fondamentale mantenere i contatti con chi sono cresciuta così non mi monto la testa. E poi mi ricordo dei sacrifici che ho fatto insieme ai miei genitori».

La Linari esprime preoccupazione per le nuove generazioni di calciatrici.

«Adesso le ragazzine dei settori giovanili crescono in maniera completamente differente rispetto alla mia infanzia. Centri sportivi, palestre, fisioterapisti, il materiale che non devi pulire tu. Allenatori qualificati. Una grande crescita a livello tecnico e tattico anche se l’aspetto fisico rimarrà incolmabile con gli uomini. Ci sono Dragoni, Beccari, Severini, Greggi: giovani che sono cresciute con le basi, non come noi che iniziavamo già adolescenti. Un po’ ti mangi le mani, vorresti ricominciare con tutto questo a disposizione. La mia paura è che le nuove generazioni abbiano tutto e non lo apprezzino. Mi auguro che non si accontentino di mettere una foto su Instagram. Per arrivare a questi livelli c’è da sudare, fare delle scelte».

Rifarebbe la scelta di fare coming out fuori dall’Italia? Linari:

«In quei giorni l’allora presidente della Lega nazionale dilettanti, Felice Belloli, parlò di noi calciatrici come “quattro lesbiche”. Non mi sentivo libera e sicura in Italia e scelsi la Spagna, giocavo lì. Ma adesso lo farei anche nel mio Paese. Non provo nessun disagio a postare una foto sui social. Dovrebbe essere la normalità, mi pare ancora assurdo che se ne debba ancora parlare. A giugno ho partecipato al Pride a Roma: mi piace metterci la faccia. Per me rappresentare una piccola fetta di persone e di sportivi omosessuali, è importante. A volte mi pare di essere tornata indietro nel tempo, vorrei che tutto potesse cambiare e che non ci vedessero più come dei mostri che portano chissà quali malattie. Si ama a prescindere, amare è la cosa più bella».

 

 

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