Al CorSera: «Lasciai perché volevo più spazio, avevo studiato dizione, portamento. Dopo il Festivalbar nessuno mi ha più chiamata».

Sul Corriere della Sera un’intervista ad Anna Chetta, in arte Linda Lorenzi. E’ stata valletta di «Il pranzo è servito», su Canale 5, con Corrado Mantoni, per quattro anni, poi co-conduttrice di «Colpo Grosso» con Smaila e di «Festivalbar». La Lorenzi ha lasciato la tv nel 1992.
Ha origini pugliesi, è cresciuta a Castelnuovo Scrivia. Mamma casalinga e papà operaio. La svolta della carriera della Lorenzi in tv arrivò con Tony Binarelli, che nel 1979 cercava una assistente «maga».
«L’incontro più importante della mia vita. Tony mi ha insegnato a stare sul palco e ha voluto trasmettermi anche
nozioni di prestidigitazione, che poi ho messo in pratica in numerose serate, da sola».
Come arrivò «Il pranzo è servito?». Lorenzi:
«Corrado mi aveva notata e mi chiese di affiancarlo. Così arrivò la popolarità vera. Lui era un uomo difficile ma di
grande educazione, rispettava tutti. Mai uno sguardo fuori posto, al massimo battute sarcastiche. Una volta allungai i capelli con le extension e lui mi disse: “Linda, ma che concime te sei messa in testa?”».
Perché Corrado aveva scelto proprio la Lorenzi?
«In verità, anni dopo, Silvio Berlusconi mi confessò che a scegliermi era stato Pier Silvio, all’epoca poco più di un bambino. A colpirlo, disse il dottor Berlusconi, era stata la mia grande umanità. Quel giorno al provino avevo la febbre, forse l’ho impietosito!».
La Lorenzi era bellissima. Racconta di aver rifiutato «200 milioni di vecchie lire per fare i fotoromanzi porno» ma di aver accettato un nudo integrale su «Playboy».
«Prima mi accertai che non ci fossero pose particolarmente volgari. Quindi Tony mi rassicurò dicendo che le foto le avrebbe scattate suo fratello Alessandro, peraltro con uno pseudonimo poiché all’epoca collaborava con Famiglia Cristiana. Quindi lo dissi a papà, qualche giorno prima che il servizio uscisse. Fece una scenata tremenda, temeva il giudizio del paese. Poi gli lasciai la copia sul tavolo ma si rifiutò di sfogliarla. Anzi, per dirla tutta, quando vedeva me in televisione cambiava canale. Altri tempi».
Perché lasciò «Il pranzo è servito»? Lorenzi:
«Volevo tornare a Milano, ritagliarmi uno spazio più consistente. Mi misero al Gioco delle coppie, ma fu come sparire, perché dicevo due parole in croce. Io, nel corso degli anni, avevo studiato dizione, portamento. Volevo qualcosa di più. E pensare che l’occasione della vita me la sono lasciata scappare con leggerezza imperdonabile».
La Lorenzi racconta:
«Un giorno mi chiamò una donna presentandosi come l’assistente di Federico Fellini. “Il maestro desidera incontrarla”. Non era uno scherzo. Raggiunsi Fellini a Cinecittà e trascorremmo due ore abbondanti nella sua roulotte a parlare di magia. Lui era interessato a questi temi e mi invitò a partecipare ai casting, imminenti in quei mesi, del suo film La nave va. Io ci riflettei a lungo e mi dissi: non ho mai fatto cinema, sarei una macchietta. E così non partecipai. Tony Binarelli mi rimproverò, dicendo che il maestro avrebbe certamente trovato un ruolo anche per me. Pazienza».
Poi il Festivalbar del 1992, con Gerry Scotti.
«Doveva essere un trampolino di lancio, ma finì tutto poco dopo. In tv non c’erano più parti per me, nessuno mi chiamava più. Con Marco decidemmo di aprire un ristorante a Ibiza, siamo rimasti lì per anni, è stato bellissimo riporre nell’armadio abiti aderenti e paillettes per indossare camicioni e gonne lunghe. Mi sono sentita libera e, poco per volta, ho dimenticato la televisione. Oggi ho sessantadue anni, vivo nel paese dove sono nata, vado a messa ogni sera e recito il rosario tutti i giorni, anzi, anche più volte al giorno».