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L’insolito low profile di De Laurentiis

Il “vinceremo la Champions” è un lontano ricordo. Ha volato basso anche sul campionato, con frasi sibilline sui calciatori appagati e gli agenti famelici

L’insolito low profile di De Laurentiis

Il “vinceremo la Champions” è un lontano ricordo. Come i sedici punti di vantaggio la termine di un campionato stra-dominato. Aurelio De Laurentiis ha decisamente cambiato linea nella seconda uscita ufficiale del nuovo corso. La prima è stata la presentazione di Garcia. Il presidente del Napoli ha evitato qualsiasi tipo di dichiarazione roboante. Proclami banditi. Per la prima volta da quando è a Napoli, gli abbiamo anche visto leggere un discorso preparato. Come sempre, il meglio di sé lo ha dato a braccio. Con l’attacco ai procuratori, attacco che però ha nascosto frasi che hanno spiazzato.

«Abbiamo giocatori importanti però mi insegnate che quando una persona è appagata, il sacro fuoco si spegne senza una ragione. Il mio compito nella prossima stagione è di essere molto ma molto vicino alla squadra per tenere acceso il fuoco sacro della competitività. Non vorrei che si considerassero sazi e appagati. Non voglio fare il cattivo con nessuno ma poiché sono giovanotti in giovane età preda di agenti famelici».

Quella frase sui calciatori appagati segue una linea tracciata da Garcia nella conferenza di presentazione. Garcia ovviamente elogiato dal presidente («ogni giorno che passa sono sempre più convinto della mia scelta»). Ha regalato riferimenti a giocatori che potrebbero rimanere un anno senza giocare. Ha parlato di Napoli in ricostruzione, anche se ha detto che Osimhen rimarrà, a meno di offerte più che indecenti. E soprattutto ha dichiarato:

«Non si devono fare promesse da marinaio. Sarebbe superficiale e stupido dire oggi che lotteremo per lo scudetto, come invece ho fatto lo scorso anno. Sarebbe stupido non farlo, non essere competitivi in Europa ma c’è sempre di mezzo un ma. Perciò ho fatto appello ai tifosi di essere sempre con me sempre e ovunque».

In tanti hanno gradito soprattutto la frase relativa a Giuntoli: «Se avessi saputo che era juventino, me ne sarei liberato prima». Altri il Vesuvio sulle maglie. Al sindaco ha chiesto un’abiura juventina allo stadio. La parte populistica è stata quella solita. Ma stavolta ha colpito di più la parte razionale. Che comunque è piaciuta ugualmente ai tifosi: meglio lasciare ad altri i proclami. Oggi ai tifosi piace tutto. C’è il tricolore sulle maglie. Da qui al 19 agosto, giorno di Frosinone-Napoli, ci sono quaranta giorni per bearsi ancora. Poi, si ricomincia.

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